Dopo la due giorni di Convegni di settimana scorsa alla Bicocca ( www.numediabios.eu ) posto i link alle presentazioni del 6 e del 7 e più sotto una breve riflessione sui nativi digitali
Presentazione 6 Novembre La dieta mediale digitale degli studenti della Bicocca
"
presenta 7 Digital Kids
Nativi digitali una razza in via di apparizione
Paolo Ferri
Dal 1996 in Italia si sta affermando una nuova versione 2.0 dell’Homo sapiens, si tratta dei nativi digitali, sono tutti i bambini che sono nati dopo la diffusione di internet (dicembre 1995, gennaio 1996, primi browser commerciali). I nativi digitali sono diversi da noi figli di Gutenberg, sono nati in una società mulischermo e preferiscono allo schermo passivizzante della televisione gli schermi interattivi:cellulare computer, oppure quello della televisione ma connesso alla playstation , lo schermo del cellulare è per loro un spazio per comunicare (SMS), ma è soprattutto quello del computer connesso ad internet lo schermo che amano di più. A scuola (dati OCSE PISA, 2007) a casa e con gli amici (Dati AIE 2007) il perimetro della identità comprende anche la loro identità on-line. Per noi nativi Gutenberg, il blog o la posta elettronica sono strumenti, per loro sono una parte integrante dello loro immagine del sé e delle loro relazioni sociali.
Fra i 14 e i 19 anni l' 88 % degli adolescenti partecipano a forum o scrivono sui Blog (AIE Contenuti digitali, 2007)
Si “espongono” sui Blog o su You tube, vivono sullo schermo, per esprimersi, per apparire, per comunicare e per stabilire relazioni sociali ed affettive. Il modo in cui vedono e costruiscono il mondo è differente. I “nativi” digitali hanno, infatti, a disposizione una grande quantità di strumenti digitali di apprendimento e comunicazione formativa e sociale: il Web, i Blog, l’Ipod, MSN Messanger, il telefono cellulare, le chat, all’aula virtuale, Wikipedia o Myspace. Il comportamento di apprendimento più originale dei “nativi” è il multitasking: studiano mentre ascoltano musica, e nello stesso tempo si mantengono in contatto con gli amici attraverso MSN, mentre il televisore è acceso con il suo sottofondo di immagini e parole. Il problema del sovraccarico cognitivo è risolto attraverso il continuo passaggio da un media a un altro, tramite uno “zapping” consapevole tra le differenti fonti di apprendimento e di comunicazione. I digital native, infatti, stanno imparando a “navigare” tra i media in maniera non lineare e creativa. Noi adulti cerchiamo sempre un “manuale” o abbiamo bisogno di strumenti per inquadrare concettualmente un oggetto di studio prima di dedicarci a esso.
I nativi no! Apprendono per esperienza e per approssimazioni successive. Non è detto che sia un dato positivo ma è un fatto. Utilizzano una logica che è più vicina a quella “abduttiva” di Perice, che non a quella induttiva/deduttiva di Galileo. Procedono attraverso una scoperta multi prospettica e multicodicale del senso dell’oggetto culturale o di apprendimenti che esplorano e costruendosi man mano gli strumenti adatti e le strategie adatte. Imparano dagli errori e attraverso l’esplorazione, piuttosto che mediante un approccio storico o logico sistematico. Inoltre la condivisione con i pari, la cooperazione, l’utilizzo di differenti approcci al problema dato e di molteplici codici e piani di interpretazione per risolverlo li differenziano radicalmente rispetto a noi. Un approccio “open source” e cooperativo alle fonti del sapere che è ben rappresentato dal modo in cui i giovani condividono la musica, il sapere e le esperienze online attraverso i più diversi strumenti di comunicazione digitale sul Web. I digital native, piuttosto che interpretare configurano; piuttosto che concentrarsi su oggetti statici, vedono il sapere come un processo dinamico; piuttosto che essere lettori o spettatori sono attori e autori dell’apprendimento. Una approccio alla conoscenza che può essere descritto efficacemente dallo schema oppositivo rispetto a noi immigranti gutemberghiani.
Non è un fenomeno marginale, oltre 60.000.000 di adolescenti e preadolescenti statunitensi hanno una sito, una loro identità on-line su Facebokk o My space. Sono simbioni strutturali della tecnologie, sono indifferenti al copy right e condividono musica immagini suoni e sapere sulla rete con i loro pari. I digital native ci pongono anche un problema a noi figli del libro e immigranti digitali, come stabilere un linguaggio comune, come entrare in contatto nella scuola ma anche nella vita con loro. Non è un piccolo problema, la cultura scritta sta cambiando forma e non traghettare in digitale la memoria analogica della cultura dell’homo sapiens 1.0 è la sfida e la responsabilità che portiamo noi Gutenberg native
Il Blog per discutere del Volume La Scuola Digitale Bruno Mondaodori Milano 2008 - paolo.ferri@unimib.it
venerdì 14 novembre 2008
sabato 25 ottobre 2008
Per la scuola e l'università
Cari tutti vi invito, se condividete ad iscrivervi al gruppo su Facebook per la scuola e la ricerca
A favore dell'istruzione e della ricerca! No alla L.133/08
L'obiettivo è far capire che con la 133/08 ci perdono sia gli studenti,ricercatori e professori che l'Italia nel suo complesso
http://www.facebook.com/profile.php?id=676190765&ref=profile#/profile.php?id=676190765&v=app_2318966938&viewas=676190765
a presto
A favore dell'istruzione e della ricerca! No alla L.133/08
L'obiettivo è far capire che con la 133/08 ci perdono sia gli studenti,ricercatori e professori che l'Italia nel suo complesso
http://www.facebook.com/profile.php?id=676190765&ref=profile#/profile.php?id=676190765&v=app_2318966938&viewas=676190765
a presto
venerdì 17 ottobre 2008
Invito ai convegni su Immigranti e nativi digitali 6 e 7 Novembre in Bicocca
Cari tutti nell'invitarvi alle iniziative qui sotto vi segnalo un bell'articolo sul Facebook dell'espresso " vediamo su Facebook" di Federico Ferrazza http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2045168/1
Wireless e l’Università degli Studi di Milano Bicocca sono liete di invitarLa all’evento Tech IT Easy, Festival delle tecnologie amichevoli.
Organizzato da Wireless e dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, in occasione dei festeggiamenti per il decennale del prestigioso Ateneo milanese www.decennalebicocca.it,
TITE è un evento di 3 giorni con importanti appuntamenti dedicati all’incontro tra gli operatori pubblici e privati – Istituzioni, Aziende, Università, Media – e finalizzati ad avvicinare le aziende al mondo della ricerca universitaria. Gli eventi in co location: TELEMOBILITY FORUM www.telemobilityforum.com TEQNOPOLIS www.teqnopolis.eu INNOVEXPO 2015 www.innovexpo2015.com, IWCE EXPO www.iwceitaly.com;
La Facoltà di Scienze della Formazione e il gruppo di ricerca Numedia Bios dell’Università degli Studi di Milano Bicocca organizzano, nei giorni 6 e 7 novembre 2008, un convegno dal titolo Nativi e Immigranti Digitali, il cui tema centrale è la definizione del panorama e dei trend di sviluppo nel consumo dei media digitali in ambito personale, familiare, pedagogico.
Il 6 novembre, l’Osservatorio Numedia Bios presenta, in collaborazione con Radio24 e Bruno Mondadori, una ricerca effettuata tra gli studenti universitari volta ad indagare l’effettiva consistenza e lo spostamento dei consumi mediali dall’analogico al digitale e il passaggio da un atteggiamento consumer a un’attitudine prosumer. I risultati saranno discussi dai ricercatori della Bicocca insieme ad un panel di esperti nazionali e internazionali tra i quali Geert Lovink (autore di Zero Comments, Bruno Mondadori, 2008), Sergio Saviori (direttore editoriale di Edumond), Massimo Riva (Brown University), Carlo Formenti (Università di Lecce).
La giornata del 7 novembre, organizzata in collaborazione con la Fondazione IBM Italia, RCS ed ETAS, è dedicata alla discussione delle categorie definite di nativi e immigranti digitali, allo scopo di comprendere come le tecnologie digitali stanno cambiando il modo di vedere, costruire ed apprendere dei Digital Kids. Nel corso della mattinata verranno presentati i dati della ricerca “Bambini e Computer” e il volume “Digital Kids” (Etas, 2008, a cura di Susanna Mantovani e Paolo Ferri). I risultati di ricerca verranno discussi con alcuni tra i massimi esperti internazionali di questa tematica tra i quali Antonio Battro (Harvard University, OLPC Project), Francesc Pedrò (OCSE), Marc Prensky (autore di Mamma non rompere, sto imparando, 2008, http://www.mammanonrompere.com).
La partecipazione è gratuita, previa registrazione sui siti degli eventi.
Per info |Segreteria Organizzativa |Tel 02/48100306 |e-mail a inforeq@gowireless.it
Wireless e l’Università degli Studi di Milano Bicocca sono liete di invitarLa all’evento Tech IT Easy, Festival delle tecnologie amichevoli.
Organizzato da Wireless e dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, in occasione dei festeggiamenti per il decennale del prestigioso Ateneo milanese www.decennalebicocca.it,
TITE è un evento di 3 giorni con importanti appuntamenti dedicati all’incontro tra gli operatori pubblici e privati – Istituzioni, Aziende, Università, Media – e finalizzati ad avvicinare le aziende al mondo della ricerca universitaria. Gli eventi in co location: TELEMOBILITY FORUM www.telemobilityforum.com TEQNOPOLIS www.teqnopolis.eu INNOVEXPO 2015 www.innovexpo2015.com, IWCE EXPO www.iwceitaly.com;
La Facoltà di Scienze della Formazione e il gruppo di ricerca Numedia Bios dell’Università degli Studi di Milano Bicocca organizzano, nei giorni 6 e 7 novembre 2008, un convegno dal titolo Nativi e Immigranti Digitali, il cui tema centrale è la definizione del panorama e dei trend di sviluppo nel consumo dei media digitali in ambito personale, familiare, pedagogico.
Il 6 novembre, l’Osservatorio Numedia Bios presenta, in collaborazione con Radio24 e Bruno Mondadori, una ricerca effettuata tra gli studenti universitari volta ad indagare l’effettiva consistenza e lo spostamento dei consumi mediali dall’analogico al digitale e il passaggio da un atteggiamento consumer a un’attitudine prosumer. I risultati saranno discussi dai ricercatori della Bicocca insieme ad un panel di esperti nazionali e internazionali tra i quali Geert Lovink (autore di Zero Comments, Bruno Mondadori, 2008), Sergio Saviori (direttore editoriale di Edumond), Massimo Riva (Brown University), Carlo Formenti (Università di Lecce).
La giornata del 7 novembre, organizzata in collaborazione con la Fondazione IBM Italia, RCS ed ETAS, è dedicata alla discussione delle categorie definite di nativi e immigranti digitali, allo scopo di comprendere come le tecnologie digitali stanno cambiando il modo di vedere, costruire ed apprendere dei Digital Kids. Nel corso della mattinata verranno presentati i dati della ricerca “Bambini e Computer” e il volume “Digital Kids” (Etas, 2008, a cura di Susanna Mantovani e Paolo Ferri). I risultati di ricerca verranno discussi con alcuni tra i massimi esperti internazionali di questa tematica tra i quali Antonio Battro (Harvard University, OLPC Project), Francesc Pedrò (OCSE), Marc Prensky (autore di Mamma non rompere, sto imparando, 2008, http://www.mammanonrompere.com).
La partecipazione è gratuita, previa registrazione sui siti degli eventi.
Per info |Segreteria Organizzativa |Tel 02/48100306 |e-mail a inforeq@gowireless.it
domenica 12 ottobre 2008
Dopo Democrazia Digitale appuntamento al 6 e 7 Novembre
Dopo Democrazia Digitale appuntamento al 6 e 7 Novembre
Cari amici,
sono davvero grato a tutti coloro tra voi che hanno partecipato alla Conferenza di Venerdì in Bicocca, come vi dicevo in presenza è solo il primo di una serie di appuntamenti sulla cultura digitale che organizziamo in Bicocca, in particolare vi segnale i due Convegni del 6 Tracce analogiche e del 7 Novembre Digital Kids dedicati ad approfondire la coppia Immigranti e Nativi digitali,
6 Novembre
- Tracce analogiche. La dieta mediale degli universitari Milanesi
In ... Visualizza altrocollaborazione con Bruno Mondadori e Radio 24
- 7 Novembre - Digital Kids. Come i bambini usano i computer e come potrebbero usarlo genitori e insegnanti
per info
http://www.numediabios.eu
Cari amici,
sono davvero grato a tutti coloro tra voi che hanno partecipato alla Conferenza di Venerdì in Bicocca, come vi dicevo in presenza è solo il primo di una serie di appuntamenti sulla cultura digitale che organizziamo in Bicocca, in particolare vi segnale i due Convegni del 6 Tracce analogiche e del 7 Novembre Digital Kids dedicati ad approfondire la coppia Immigranti e Nativi digitali,
6 Novembre
- Tracce analogiche. La dieta mediale degli universitari Milanesi
In ... Visualizza altrocollaborazione con Bruno Mondadori e Radio 24
- 7 Novembre - Digital Kids. Come i bambini usano i computer e come potrebbero usarlo genitori e insegnanti
per info
http://www.numediabios.eu
giovedì 9 ottobre 2008
Vi aspetto tutti in Bicocca domani
Se volete ci vediamo domani in Bicocca in Aula Magna per Democrazia Digitale
lunedì 8 settembre 2008
I pardossi della democrazia digitale 10 ottobre - 9.30 alla Bicocca
Ricominciamo a parlare di Web alla Bicocca. Siete tutti invitati al convegno “Forme e paradossi della democrazia digitale: protesi cognitive, social networking, blogosfera e wikiscenza”. L’appuntamento è per il 10 ottobre in Bicocca, dalle 09.30 alle 13.30 Edificio U6 aula 4.
Siete tutti invitati a partecipare ecco il link del blog ufficiale del convegno e del relativo gruppo su Facebook. Sono già pronte per partire anche le altre piattaforme e servizi 2.0 (Flickr, YouTube, Mogulus, Slideshare, Twitter) ma anche il gruppo di Gianluca Nicoletti, il girnalista ed esperto di Web che conduce con me la giornata.
Perché un convegno sulla democrazia digitale? Questa la spiegazione:
Nell’ambito degli eventi per il decennale dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, la Facoltà di Scienze della Formazione organizza, nei giorni del 9 e 10 ottobre, un Convegno dal titolo “Democrazia e Conoscenza”. All’interno di tale Convegno è prevista, nella giornata del 10 ottobre, una sessione “evento” organizzata in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza, dedicata ad approfondire le tematiche del rapporto tra democrazia, forme di partecipazione sociale, relazione e formazione abilitate dalle nuove tecnologie della comunicazione.
Il tema principale attorno a cui vi svilupperà tale sessione è rappresentato dai “paradossi della democrazia digitale”. La fase attuale del web, denominata sempre più spesso come “web 2.0″, sembra aver rivoluzionato le dinamiche e i paradigmi tradizionali della Società dell’informazione. Grazie all’espansione e alla relativa legittimazione degli User Generated Content (UGC), gli utenti abbandonano lo status semi-passivo di spettatori per trasformarsi in “prosumer”, ovvero consumatori e allo stesso tempo produttori attivi di conoscenza. Quest’ultima, la conoscenza, rappresenta per molti studiosi il principale vettore di innovazione attorno a cui modellare un nuovo ordinamento non solo culturale, ma anche economico e sociale.
E' opportuno ritrovare le ragioni di tale trasformazione in quelle piattaforme del nuovo web che, oltre a rappresentare efficaci strumenti per la produzione di conoscenza, sono capaci soprattutto di elevarsi a inediti spazi sociali e relazionali. Ne è conseguenza diretta una decisa ridefinizione della comunicazione, intesa nel senso più alto del termine, che passa attraverso un diverso modo di vivere e comunicare le relazioni sociali “in presenza”. A cambiare, infatti, sono le forme e i contenuti atti a descrivere i vissuti, le esperienze, le narrazioni collettive e individuali.
Questo desiderio di mettere in condivisione informazioni, conoscenza, e conseguentemente tracce della propria identità, è avvalorato da una nuova generazione di strumenti digitali - blog, social network, wiki - in grado di abilitare interessanti dinamiche di partecipazione sociale e di relazione. A fronte di tutto ciò, è lecito chiedersi quanto sia effettivamente democratica questa particolare partecipazione. Diviene nuovo luogo della decisione o realizza, forse, un vero e proprio “paradosso della democrazia”: tutti possono interagire ma non realmente incidere? L’orizzontalità della comunicazioni in rete è davvero un strumento di democrazia? Ancora, in che senso è possibile trasformare queste protesi comunicative in un “luogo di reale”, connesso dunque in maniera diretta con la realtà della partecipazione alle decisioni? A queste ed altre domande proveremo a rispondere nella nostra tavola rotonda grazie al contributo dei relatori presenti.
Questo il programma ufficiale del convegno:
Conducono:
Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Milano Bicocca.
Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, attualmente speaker di Radio 24 e editorialista de La Stampa.
Key note: Derrick de Kerckhove, Direttore del Programma McLuhan in Cultura e Tecnologia ed autore di La pelle della Cultura e dell’Intelligenza Connessa (”The Skin of Culture and Connected Intelligence”) e Professore Universitario nel Dipartimento di lingua francese all’Università di Toronto. Attualmente è docente presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dove è titolare degli insegnamenti di “Metodi e analisi delle fonti in rete”, “Sociologia della cultura digitale” e di “Sociologia dell’arte digitale”.
Panel di Discussione:
Paolo Giuggioli, presidente Ordine degli avvocati di Milano.
Andrea Rossetti, Facoltà di Giurisprudenza - Università degli Studi di Milano - Bicocca.
Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit Centro di ricerca sull’educazione ai media all’informazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Antonio Sofi, consulente politico, blogger, esperto di giornalismo e nuovi media. Insegna Fonti e Processi Produttivi nel Giornalismo e Sociologia delle professioni dei nuovi media a Scienze Politiche, Università di Firenze.
Gino Roncaglia, ricercatore in filosofia presso l’Universita’ della Tuscia di Viterbo. Nell’ambito della sua attivita’ universitaria, coordina dal 1996 un seminario di teoria e pratica degli ipertesti e ha da due anni l’affidamento dell’insegnamento di informatica applicata alle scienze umane.
Massimo Mantellini, blogger, scrive per Punto Informatico, IlSole24ore, Impulsoweb.
Frieda Brioschi, è stata uno dei 18 membri fondatori di Wikimedia Italia e il suo primo presidente.
Robin Good (video-intervento preregistrato), editore online, esperto di comunicazione dei nuovi media, attivo nella ricerca, composizione e pubblicazione di testi che riguardano le nuove tecnologie per l’insegnamento, il business ed il cambiamento sociale.
Marco Pancini, Google European Policy Counsel.
Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, attualmente speaker di Radio 24 e editorialista de La Stampa.
Giovanni Pola, Marketing & Sales Manager Connexia.
Siete tutti invitati a partecipare ecco il link del blog ufficiale del convegno e del relativo gruppo su Facebook. Sono già pronte per partire anche le altre piattaforme e servizi 2.0 (Flickr, YouTube, Mogulus, Slideshare, Twitter) ma anche il gruppo di Gianluca Nicoletti, il girnalista ed esperto di Web che conduce con me la giornata.
Perché un convegno sulla democrazia digitale? Questa la spiegazione:
Nell’ambito degli eventi per il decennale dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, la Facoltà di Scienze della Formazione organizza, nei giorni del 9 e 10 ottobre, un Convegno dal titolo “Democrazia e Conoscenza”. All’interno di tale Convegno è prevista, nella giornata del 10 ottobre, una sessione “evento” organizzata in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza, dedicata ad approfondire le tematiche del rapporto tra democrazia, forme di partecipazione sociale, relazione e formazione abilitate dalle nuove tecnologie della comunicazione.
Il tema principale attorno a cui vi svilupperà tale sessione è rappresentato dai “paradossi della democrazia digitale”. La fase attuale del web, denominata sempre più spesso come “web 2.0″, sembra aver rivoluzionato le dinamiche e i paradigmi tradizionali della Società dell’informazione. Grazie all’espansione e alla relativa legittimazione degli User Generated Content (UGC), gli utenti abbandonano lo status semi-passivo di spettatori per trasformarsi in “prosumer”, ovvero consumatori e allo stesso tempo produttori attivi di conoscenza. Quest’ultima, la conoscenza, rappresenta per molti studiosi il principale vettore di innovazione attorno a cui modellare un nuovo ordinamento non solo culturale, ma anche economico e sociale.
E' opportuno ritrovare le ragioni di tale trasformazione in quelle piattaforme del nuovo web che, oltre a rappresentare efficaci strumenti per la produzione di conoscenza, sono capaci soprattutto di elevarsi a inediti spazi sociali e relazionali. Ne è conseguenza diretta una decisa ridefinizione della comunicazione, intesa nel senso più alto del termine, che passa attraverso un diverso modo di vivere e comunicare le relazioni sociali “in presenza”. A cambiare, infatti, sono le forme e i contenuti atti a descrivere i vissuti, le esperienze, le narrazioni collettive e individuali.
Questo desiderio di mettere in condivisione informazioni, conoscenza, e conseguentemente tracce della propria identità, è avvalorato da una nuova generazione di strumenti digitali - blog, social network, wiki - in grado di abilitare interessanti dinamiche di partecipazione sociale e di relazione. A fronte di tutto ciò, è lecito chiedersi quanto sia effettivamente democratica questa particolare partecipazione. Diviene nuovo luogo della decisione o realizza, forse, un vero e proprio “paradosso della democrazia”: tutti possono interagire ma non realmente incidere? L’orizzontalità della comunicazioni in rete è davvero un strumento di democrazia? Ancora, in che senso è possibile trasformare queste protesi comunicative in un “luogo di reale”, connesso dunque in maniera diretta con la realtà della partecipazione alle decisioni? A queste ed altre domande proveremo a rispondere nella nostra tavola rotonda grazie al contributo dei relatori presenti.
Questo il programma ufficiale del convegno:
Conducono:
Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Milano Bicocca.
Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, attualmente speaker di Radio 24 e editorialista de La Stampa.
Key note: Derrick de Kerckhove, Direttore del Programma McLuhan in Cultura e Tecnologia ed autore di La pelle della Cultura e dell’Intelligenza Connessa (”The Skin of Culture and Connected Intelligence”) e Professore Universitario nel Dipartimento di lingua francese all’Università di Toronto. Attualmente è docente presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dove è titolare degli insegnamenti di “Metodi e analisi delle fonti in rete”, “Sociologia della cultura digitale” e di “Sociologia dell’arte digitale”.
Panel di Discussione:
Paolo Giuggioli, presidente Ordine degli avvocati di Milano.
Andrea Rossetti, Facoltà di Giurisprudenza - Università degli Studi di Milano - Bicocca.
Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit Centro di ricerca sull’educazione ai media all’informazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Antonio Sofi, consulente politico, blogger, esperto di giornalismo e nuovi media. Insegna Fonti e Processi Produttivi nel Giornalismo e Sociologia delle professioni dei nuovi media a Scienze Politiche, Università di Firenze.
Gino Roncaglia, ricercatore in filosofia presso l’Universita’ della Tuscia di Viterbo. Nell’ambito della sua attivita’ universitaria, coordina dal 1996 un seminario di teoria e pratica degli ipertesti e ha da due anni l’affidamento dell’insegnamento di informatica applicata alle scienze umane.
Massimo Mantellini, blogger, scrive per Punto Informatico, IlSole24ore, Impulsoweb.
Frieda Brioschi, è stata uno dei 18 membri fondatori di Wikimedia Italia e il suo primo presidente.
Robin Good (video-intervento preregistrato), editore online, esperto di comunicazione dei nuovi media, attivo nella ricerca, composizione e pubblicazione di testi che riguardano le nuove tecnologie per l’insegnamento, il business ed il cambiamento sociale.
Marco Pancini, Google European Policy Counsel.
Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, attualmente speaker di Radio 24 e editorialista de La Stampa.
Giovanni Pola, Marketing & Sales Manager Connexia.
venerdì 29 agosto 2008
Nemo e Disneyland consiglio e sconsiglio
Riprendo a postare dopo le vacanze con il consiglio e lo sconsiglio dell’estate sempre in tema di tecnologie e apprendimento
Il consiglio è per chi passa da Amsterdam e ha dei bambini tra i 3 e i 16 anni si tratta del “Museo” della scienza Nemo http://www.e-nemo.nl/en/ si tratta di un laboratorio di scienza e tecnologia di 5 piani nel porto vecchio di Amsterdam un’esperienza da fare soprattutto per insegnanti e docenti, si fa esperienza di come insegnare la scienza e la tecnologia ai bambini divertendosi davvero unico, né a Boston né a New York c’ò nulla di simile
Lo sconsiglio è un po’ scontato ma non avevo mai preso un fregatura simile. Tornado dall’Olanda sono passato da Parigi, e mi è venuta la malaugurata idea di portare mio figlio a EuroDisney (http://www.disneylandparis.it/ ) . Non era mai stato in parchi simili nemmeno a Gardaland, ma non ci tornerò più. 60 euro di biglietto (per 3, 180 euro, meno dieci per mio figlio, 170 euro di fregatura solenne) per acquistare il vuoto. Causa code ed affollamento le “attrazioni” erano inaccessibili. Sono arrivato alle 11.30 del mattino e la prima “attrazione” cui potevo aver accesso con mio figlio era alle 16.10, delle banali e bruttine montagne russe camuffate da avventura di Indiana Jones. L’unico posto dove la coda era sotto l’ora era un “Castello della paura”. Pensavo si trattasse di un normale tunnel dei fantasmi da luna park e invece non un ascensore di 20 metri dove di sperimentano i vuoti d’aria in versione maxi. Non varcate mai la porta di EuroDisney, o di parchi similari.
A presto e ben tornati
Il consiglio è per chi passa da Amsterdam e ha dei bambini tra i 3 e i 16 anni si tratta del “Museo” della scienza Nemo http://www.e-nemo.nl/en/ si tratta di un laboratorio di scienza e tecnologia di 5 piani nel porto vecchio di Amsterdam un’esperienza da fare soprattutto per insegnanti e docenti, si fa esperienza di come insegnare la scienza e la tecnologia ai bambini divertendosi davvero unico, né a Boston né a New York c’ò nulla di simile
Lo sconsiglio è un po’ scontato ma non avevo mai preso un fregatura simile. Tornado dall’Olanda sono passato da Parigi, e mi è venuta la malaugurata idea di portare mio figlio a EuroDisney (http://www.disneylandparis.it/ ) . Non era mai stato in parchi simili nemmeno a Gardaland, ma non ci tornerò più. 60 euro di biglietto (per 3, 180 euro, meno dieci per mio figlio, 170 euro di fregatura solenne) per acquistare il vuoto. Causa code ed affollamento le “attrazioni” erano inaccessibili. Sono arrivato alle 11.30 del mattino e la prima “attrazione” cui potevo aver accesso con mio figlio era alle 16.10, delle banali e bruttine montagne russe camuffate da avventura di Indiana Jones. L’unico posto dove la coda era sotto l’ora era un “Castello della paura”. Pensavo si trattasse di un normale tunnel dei fantasmi da luna park e invece non un ascensore di 20 metri dove di sperimentano i vuoti d’aria in versione maxi. Non varcate mai la porta di EuroDisney, o di parchi similari.
A presto e ben tornati
domenica 27 luglio 2008
Refuso nel nome del recensore sul Manifesto
Mi scuso con tutti un particolare con Luigi M. Reale per il refuso nel post precedente, sono un po' dislessico e il post era dell cinque del mattino
a presto
Paolo Ferr
a presto
Paolo Ferr
sabato 26 luglio 2008
Un bell'articolo di Luigi M. Reale sul Manifesto
Riprendo e pubblico volentieri un bell'altricolo di Luigi M. Porta
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/25-Luglio-2008/art63.html>
in particolare è molto interessante il riferimento implicito di Luigi M. Reale al progetto, OLPC http://laptop.org/it/index.shtml
mercoledì 18 giugno 2008
Nuovi approfondimenti su Sribd Ferri Dottavi Mizzella
Scribd è un piattaforma per la condivisione di documenti e di materiali sotto Creative Commons, molto utile e interessante, simile a Slideshare, ma dedicata ai paper e articoli, ho reso disponibili su questa piattaforma 3 articoli dedicati a Wikipedia, alle epistemologie della didattica digitale e alle Università telematiche. Si tratta di Aricoli pubblicati su riviste e giornali (Adultità diretta da Duccio Demetrio, Il sole 24 ore e su Consumatori diritti e mercato, la rivista di rifelessione di Altro Consumo, vi segnalo inoltre su Scribd e sempre sulle stesse tematiche i contributi di Alberto D'ottavi, curatore di un bellissimo Blog, oltre che giornalista del Sole24ore e di Stefano Mizzella, in particolare interessante l'articolo sul Web 2.0
domenica 8 giugno 2008
Dati Istat sui consumi digitali - scuola familgia Interet
Un analisi dei dati Istat 2007 sui consumi tecnolgici ci conferma due dati:
- i "nativi" (18-25) sono enormemente più digitalizzati rispetto agli immigranti (85%) contro 43%
- le metropoli sono il centro della rivoluzione digitale
Niente di nuovo ma vederelo nei numeri è un'altra cosa
- i "nativi" (18-25) sono enormemente più digitalizzati rispetto agli immigranti (85%) contro 43%
- le metropoli sono il centro della rivoluzione digitale
Niente di nuovo ma vederelo nei numeri è un'altra cosa
giovedì 29 maggio 2008
Nasce alla Bicocca NuMedia Bios osservatorio sui nuovi media
Nu media Bios
L’Osservatorio Nuovi Media dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, coordinato dal professor Paolo Ferri, nasce all’interno del Corso di Dottorato di Ricerca internazionale in Società dell’Informazione (Progetto QUA_SI – Quality of Life in the Information Society) e raccoglie competenze e risorse umane provenienti dal Corso di Dottorato stesso e da altre Facoltà dell’Ateneo. L’Osservatorio offre servizi di ricerca e consulenza, supporto alla progettazione e alla creazione di servizi, prodotti ed applicazioni incentrate sull’utilizzo dei nuovi media in diversi settori applicativi: dei beni culturali, editoriale, informativo, educativo o dell’entertainment.
L’Osservatorio offre quindi:
• Ricerche sul consumo culturale digitale attuale;
• Analisi di scenario;
• Ricerche sui contenuti digitali attuali e futuri;
• Analisi di usabilità;
• Consulenza nel settore dei nuovi media.
Particolare attenzione viene posta all’analisi del consumo dei nuovi media, grazie ad un approccio di tipo comunicativo e sociologico capace di rendere conto delle diverse esigenze dei differenti gruppi sociali, in relazione alle tematiche della mobilità, della convergenza, della multimedialità, dell’interattività e della cross-medialità in diversi ambiti di applicazione.
team di ricerca NICOLA CAVALLI ELISABETTA COSTA ANDREA MANGIATORDI STEFANO MIZZELLA ANDREA POZZALI FRANCESCA SCENINI ADRIANO SOLIDORO
L’Osservatorio Nuovi Media dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, coordinato dal professor Paolo Ferri, nasce all’interno del Corso di Dottorato di Ricerca internazionale in Società dell’Informazione (Progetto QUA_SI – Quality of Life in the Information Society) e raccoglie competenze e risorse umane provenienti dal Corso di Dottorato stesso e da altre Facoltà dell’Ateneo. L’Osservatorio offre servizi di ricerca e consulenza, supporto alla progettazione e alla creazione di servizi, prodotti ed applicazioni incentrate sull’utilizzo dei nuovi media in diversi settori applicativi: dei beni culturali, editoriale, informativo, educativo o dell’entertainment.
L’Osservatorio offre quindi:
• Ricerche sul consumo culturale digitale attuale;
• Analisi di scenario;
• Ricerche sui contenuti digitali attuali e futuri;
• Analisi di usabilità;
• Consulenza nel settore dei nuovi media.
Particolare attenzione viene posta all’analisi del consumo dei nuovi media, grazie ad un approccio di tipo comunicativo e sociologico capace di rendere conto delle diverse esigenze dei differenti gruppi sociali, in relazione alle tematiche della mobilità, della convergenza, della multimedialità, dell’interattività e della cross-medialità in diversi ambiti di applicazione.
team di ricerca NICOLA CAVALLI ELISABETTA COSTA ANDREA MANGIATORDI STEFANO MIZZELLA ANDREA POZZALI FRANCESCA SCENINI ADRIANO SOLIDORO
mercoledì 21 maggio 2008
ripresa dei temi di discussione
Dall'introduzione de La scuola digitale riprendo i temi fondamentali per rilanciare la discussione:
"La scuola digitale" si propone di analizzare, attraverso la presentazione di una serie di esperienze europee e internazionali, il megacambiamento che il rapporto tra scuola, formazione e Information and Communication Technology sta generando. Una “rivoluzione” che coinvolge tutti gli aspetti del sistema formazione e del sistema scuola, tanto da rischiare di rendere, percerti versi, obsoleto il modo di intendere e praticare l’insegnamento e l’apprendimento propri della scuola italiana. I recenti dati dell’indagine OCSE-PISA 2006- 2007 mettono in rilievo, per esempio, come l’infrastrutturazione tecnologica della scuola vada a incidere in maniera rilevante tanto sulle modalità di apprendimento quanto sulle modalità di insegnamento. La questione supera, e di molto, sia il problema della diffusione dei computer nelle classi sia quello dell’addestramento degli insegnanti e dei formatori al loro uso. La formazione e la scuola digitali, infatti, ridisegnano i propri spazi fisici oltre che pedagogici, epistemologici e relazionali. In tutta Europa, purtroppo non in Italia, cadono i muri, le classi vengono ridisegnate o abolite, nascono open space e laboratori per i lavori di piccolo gruppo, la didattica prosegue fuori dallo spazio della scuola all’interno delle classi virtuali, le enciclopedie analogiche vengono sostituite da Wikipedia. In una parola, lo spazio fisico dell’apprendere si rimodella sulle nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Anche lo spazio sociale della scuola.
La comunicazione digitale sta infatti tessendo attorno ai luoghi fisici della formazione una struttura di relazioni formative “fuori le mura”, che diventa lo strumento per la costruzione di una comunità di pratiche tra i soggetti coinvolti nel sistema (allievi, insegnanti, genitori, imprese, università), capaci di ideare e realizzare una nuova modalità d’interazione formativa e di comunicazione educativa. Lo spazio dell’apprendere e la tipologia di oggetti culturali che costituiscono il mix formativo vengono ridefiniti: non più lezioni frontali e libri, ma Internet, iPod, lavagne digitali e classi virtuali si affiancano e trasformano le modalità “gutenberghiane” dell’apprendimento. I giovani, infatti, ricevono dagli ambienti soprattutto extrascolastici importanti stimoli e sollecitazioni all’uso dei nuovi media (si pensi al cellulare o al PC che in larga misura usano a casa), che rappresentano un serbatoio di esperienze e conoscenze per la scuola stessa, e che modificano radicalmente il rapporto fra educazione formale e informale. Alla luce di questa premessa, emergono molte domande che chiedono alle politiche scolastiche e della formazione una risposta urgente: come colmare il divario che si è aperto in questo come in altri campi tra l’Italia e i paesi più avanzati d’Europa? Come trasformare la dimensione mediale di un ambiente educativo e formativo come la scuola? In che modo può funzionare concretamente una scuola senza classi in termini di orario, programmazione, attività, ruolo dei docenti, organizzazione? Come si organizzano gli studenti (rispetto alle età, alle promozioni o bocciature, alle capacità)? Come si organizzano le discipline? Come utilizzare i contenuti digitali nella didattica?
In sintesi il volume prova a offrire alcune risposte ricavate dall’analisi di casi internazionali e pone ai decisori politico-istituzionali, così come ai protagonisti del sistema scuola, il problema concreto e urgente della trasformazione organizzativa e didattica di tutta la scuola italiana. si trasforma, il suo carattere di “medium sociale” assume nella nuova prospettiva digitale un volto nuovo."
"La scuola digitale" si propone di analizzare, attraverso la presentazione di una serie di esperienze europee e internazionali, il megacambiamento che il rapporto tra scuola, formazione e Information and Communication Technology sta generando. Una “rivoluzione” che coinvolge tutti gli aspetti del sistema formazione e del sistema scuola, tanto da rischiare di rendere, percerti versi, obsoleto il modo di intendere e praticare l’insegnamento e l’apprendimento propri della scuola italiana. I recenti dati dell’indagine OCSE-PISA 2006- 2007 mettono in rilievo, per esempio, come l’infrastrutturazione tecnologica della scuola vada a incidere in maniera rilevante tanto sulle modalità di apprendimento quanto sulle modalità di insegnamento. La questione supera, e di molto, sia il problema della diffusione dei computer nelle classi sia quello dell’addestramento degli insegnanti e dei formatori al loro uso. La formazione e la scuola digitali, infatti, ridisegnano i propri spazi fisici oltre che pedagogici, epistemologici e relazionali. In tutta Europa, purtroppo non in Italia, cadono i muri, le classi vengono ridisegnate o abolite, nascono open space e laboratori per i lavori di piccolo gruppo, la didattica prosegue fuori dallo spazio della scuola all’interno delle classi virtuali, le enciclopedie analogiche vengono sostituite da Wikipedia. In una parola, lo spazio fisico dell’apprendere si rimodella sulle nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Anche lo spazio sociale della scuola.
La comunicazione digitale sta infatti tessendo attorno ai luoghi fisici della formazione una struttura di relazioni formative “fuori le mura”, che diventa lo strumento per la costruzione di una comunità di pratiche tra i soggetti coinvolti nel sistema (allievi, insegnanti, genitori, imprese, università), capaci di ideare e realizzare una nuova modalità d’interazione formativa e di comunicazione educativa. Lo spazio dell’apprendere e la tipologia di oggetti culturali che costituiscono il mix formativo vengono ridefiniti: non più lezioni frontali e libri, ma Internet, iPod, lavagne digitali e classi virtuali si affiancano e trasformano le modalità “gutenberghiane” dell’apprendimento. I giovani, infatti, ricevono dagli ambienti soprattutto extrascolastici importanti stimoli e sollecitazioni all’uso dei nuovi media (si pensi al cellulare o al PC che in larga misura usano a casa), che rappresentano un serbatoio di esperienze e conoscenze per la scuola stessa, e che modificano radicalmente il rapporto fra educazione formale e informale. Alla luce di questa premessa, emergono molte domande che chiedono alle politiche scolastiche e della formazione una risposta urgente: come colmare il divario che si è aperto in questo come in altri campi tra l’Italia e i paesi più avanzati d’Europa? Come trasformare la dimensione mediale di un ambiente educativo e formativo come la scuola? In che modo può funzionare concretamente una scuola senza classi in termini di orario, programmazione, attività, ruolo dei docenti, organizzazione? Come si organizzano gli studenti (rispetto alle età, alle promozioni o bocciature, alle capacità)? Come si organizzano le discipline? Come utilizzare i contenuti digitali nella didattica?
In sintesi il volume prova a offrire alcune risposte ricavate dall’analisi di casi internazionali e pone ai decisori politico-istituzionali, così come ai protagonisti del sistema scuola, il problema concreto e urgente della trasformazione organizzativa e didattica di tutta la scuola italiana. si trasforma, il suo carattere di “medium sociale” assume nella nuova prospettiva digitale un volto nuovo."
venerdì 16 maggio 2008
Dati UK su Scuola e tecnologie
dal sito di Norberto Bottani pubblico volentieri per la discussione "Le TIC : il modello inglese
Un altro baratro che divide la scuola italiana da quella europea
Non solo l’Italia è in ritardo in questo campo ma anche la Francia. Non ci sono termini di confronto tra la politica scolastica inglese di promozione e sviluppo delle nuove tecnologie nelle scuole e quanto succede in Francia od in Italia. La differenza è palpabile sia a livello di strategia ed investimenti politici, sia a livello della ricerca scientifica e tecnologica sugli apprendimenti, sia infine sul piano della valutazione delle esperienze, dei progetti e degli effetti delle nuove tecnologie sugli apprendimenti e le modalità d’organizzazione della vita scolastica. L’impianto scolastico potrebbe traballare e crollare con la diffusione delle nuove tecnologie ma i sistemi scolastici sono delle potenze autoreferenziali che sanno identificare perfettamente i loro nemici, riescono a difendersi in maniera strepitosa contro i pericoli che li minacciano ed infine sanno digerire e pervertire le tecnologie che potrebbero sovvertire i rapporti di potere all’interno della scuola e sconvolgere il discorso di verità proposto dalla tecnologia scolastica. Queste operazioni sono sotto i nostri occhi e possono essere osservate quotidianamente.
venerdì 9 maggio 2008
Essere o non essere digitali - di Tania Mulè
Posto volentieri questo divertente e ironico "dubbio"
Essere o non essere un insegnante digitale, qui sta il problema:/E’ più degno patire lo strapotere dell’educazione informale,/Le numerose insufficienze, i milioni di debiti formativi/ Di un disastroso rapporto di coppia(l’Insegnare e l’Imparare) o/ Ritenere che tutto cambi perché niente cambi veramente?/ Promuovere, recuperare, non altro, e con il recupero dire/ Che si è messo fine alle gravi carenze, a ogni limitata capacità,/ Applicazione e partecipazione: grazia da chiedere devotamente./ Ristrutturare, generare, creare, una scuola digitale forse./ Qui sta il difficile: perché nella scelta del digitale quali/Conseguenze ricadranno su di noi quando liberati da questa/ Conservativa illusione di comunicare il nuovo continuando/ A pensare, a immaginare vecchio, è pensiero che deve arrestarci./Ecco il dubbio che tiene in vita a così tarda età gli insegnanti;/Perché chi vorrebbe subire le sferzate e le derisioni/ Dei Gutenberg, il potere occulto dei mass-media, l’arroganza
Dell’informatica istruzionista, le sofferenze/ Dell’innato impulso ad insegnare frustrato, le lungaggini /Dell’apparato burocratico, l’insolenza degli esperti e
Gli inadeguati fondi stanziati o stanziabili,/ Quando egli stesso, nient’altro che con un ‘6’, potrebbe/ Far sua la pace? Chi vorrebbe assumersi la responsabilità
Di cambiare il sistema nel profondo,di correre il rischio di /Scegliere rinunciando al certo per l’incerto, se lo sgomento /Del ‘cambiamento’, la sconvolgente digitalizzazione del mondo/ Da cui è impossibile sottrarsi - giacché la stessa scelta di/Ignorarla comporta logoranti affanni - non trattenesse la Nostra volontà facendoci preferire il peso dei mali presenti/ Piuttosto che affrontare altri che non conosciamo?/ E’ la paura di perdere il regno dell’Aula e il dominio nella relazione
Didattica chiamata tecnofobia che ci rende codardi,/ Così la trasformazione del sistema in corso diventa un ingannatore/Mutamento nel sistema, e anche le più ammiccanti promesse e / Generose potenzialità della creatività tecnologica vanno
A finire nel nulla, e perdono il nome di innov-azione.”
*Dall’Amleto di Shakespeare: liberamente adattato con termini ed espressioni tratti
da:G.Biondi,La Scuola dopo le Nuove Tecnologie,Apogeo,2007
F.Cambi-L.Toschi,La Comunicazione formativa,Apogeo 2006
P.Ferri,La scuola digitale, B.Mondadori,2008
J.Hillman,Lettera agli Insegnanti, Atti del Convegno Milanoliberal,2002
Essere o non essere un insegnante digitale, qui sta il problema:/E’ più degno patire lo strapotere dell’educazione informale,/Le numerose insufficienze, i milioni di debiti formativi/ Di un disastroso rapporto di coppia(l’Insegnare e l’Imparare) o/ Ritenere che tutto cambi perché niente cambi veramente?/ Promuovere, recuperare, non altro, e con il recupero dire/ Che si è messo fine alle gravi carenze, a ogni limitata capacità,/ Applicazione e partecipazione: grazia da chiedere devotamente./ Ristrutturare, generare, creare, una scuola digitale forse./ Qui sta il difficile: perché nella scelta del digitale quali/Conseguenze ricadranno su di noi quando liberati da questa/ Conservativa illusione di comunicare il nuovo continuando/ A pensare, a immaginare vecchio, è pensiero che deve arrestarci./Ecco il dubbio che tiene in vita a così tarda età gli insegnanti;/Perché chi vorrebbe subire le sferzate e le derisioni/ Dei Gutenberg, il potere occulto dei mass-media, l’arroganza
Dell’informatica istruzionista, le sofferenze/ Dell’innato impulso ad insegnare frustrato, le lungaggini /Dell’apparato burocratico, l’insolenza degli esperti e
Gli inadeguati fondi stanziati o stanziabili,/ Quando egli stesso, nient’altro che con un ‘6’, potrebbe/ Far sua la pace? Chi vorrebbe assumersi la responsabilità
Di cambiare il sistema nel profondo,di correre il rischio di /Scegliere rinunciando al certo per l’incerto, se lo sgomento /Del ‘cambiamento’, la sconvolgente digitalizzazione del mondo/ Da cui è impossibile sottrarsi - giacché la stessa scelta di/Ignorarla comporta logoranti affanni - non trattenesse la Nostra volontà facendoci preferire il peso dei mali presenti/ Piuttosto che affrontare altri che non conosciamo?/ E’ la paura di perdere il regno dell’Aula e il dominio nella relazione
Didattica chiamata tecnofobia che ci rende codardi,/ Così la trasformazione del sistema in corso diventa un ingannatore/Mutamento nel sistema, e anche le più ammiccanti promesse e / Generose potenzialità della creatività tecnologica vanno
A finire nel nulla, e perdono il nome di innov-azione.”
*Dall’Amleto di Shakespeare: liberamente adattato con termini ed espressioni tratti
da:G.Biondi,La Scuola dopo le Nuove Tecnologie,Apogeo,2007
F.Cambi-L.Toschi,La Comunicazione formativa,Apogeo 2006
P.Ferri,La scuola digitale, B.Mondadori,2008
J.Hillman,Lettera agli Insegnanti, Atti del Convegno Milanoliberal,2002
Materiali su Web 2.0
Ho aggiunto un po di materiali su Slide Share in particolare sull'Elearning due punto zero, chi fosse interessato li trova a questo indirizzo http://www.slideshare.net/paoloferri/
lunedì 5 maggio 2008
I nativi digitali sul sito della fondazione franceschi e su slide share
Lo spazio di discussione della Fondazione Francheschi "Cogito ergo sum" che mi permetto di segnalarvi ospiata un nuovo intervento sui nativi digitali, inolte vi segnalo che su Slide Share ho inserito nuove presentazioni sul tema.
martedì 22 aprile 2008
Presentazione a Milano de la scuola digitale
Martedì 6 maggio 2008, Ore 21.00, Casa della Cultura, via Borgogna 3 Milano. Info: 02/795567
Bruno Mondadori e La casa della cultura di Milano vi invitano a un incontro su:
Nativi digitali
Come pensano e comunicano i “figli della rete”
Con l’autore, ne parleranno:
Susanna Mantovani Prorettore Università Milano-Bicocca
Armando Massarenti Responsabile Scienza e Filosofia, Domenicale Sole 24 ore
Pier Cesare Rivoltella Docente Tecnologie della formazione , Università Cattolica del Sacro Cuore
Paolo Ferri Docente di Teoria e tecniche dei nuovi media, Università Milano-Bicocca
Coordina Ferruccio Capelli Direttore Casa della Cultura
Nel corso dell’incontro si parlerà del volume:
La scuola digitale
Come le nuove tecnologie cambiano la formazione
di Paolo Ferri
I cosiddetti nativi digitali, bambini nati dopo la diffusione di Internet, sono diversi dai “figli del libro”: sono nati in una società multischermo e preferiscono allo schermo passivizzante della televisione gli schermi interattivi: cellulare, computer. A scuola, a casa e con gli amici il perimetro della identità comprende anche la loro identità on-line. Per loro il blog o la posta elettronica sono una parte integrante dell’immagine del sé e delle relazioni sociali. Si “espongono” sui Blog o su You tube, vivono sullo schermo, per esprimersi, per apparire, per comunicare e per stabilire relazioni sociali ed affettive. Questa serata è dedicata a comprendere il loro modo di pensare sé e il mondo, per capirli meglio e trovare modalità virtuose di rapportarsi a loro.
Bruno Mondadori e La casa della cultura di Milano vi invitano a un incontro su:
Nativi digitali
Come pensano e comunicano i “figli della rete”
Con l’autore, ne parleranno:
Susanna Mantovani Prorettore Università Milano-Bicocca
Armando Massarenti Responsabile Scienza e Filosofia, Domenicale Sole 24 ore
Pier Cesare Rivoltella Docente Tecnologie della formazione , Università Cattolica del Sacro Cuore
Paolo Ferri Docente di Teoria e tecniche dei nuovi media, Università Milano-Bicocca
Coordina Ferruccio Capelli Direttore Casa della Cultura
Nel corso dell’incontro si parlerà del volume:
La scuola digitale
Come le nuove tecnologie cambiano la formazione
di Paolo Ferri
I cosiddetti nativi digitali, bambini nati dopo la diffusione di Internet, sono diversi dai “figli del libro”: sono nati in una società multischermo e preferiscono allo schermo passivizzante della televisione gli schermi interattivi: cellulare, computer. A scuola, a casa e con gli amici il perimetro della identità comprende anche la loro identità on-line. Per loro il blog o la posta elettronica sono una parte integrante dell’immagine del sé e delle relazioni sociali. Si “espongono” sui Blog o su You tube, vivono sullo schermo, per esprimersi, per apparire, per comunicare e per stabilire relazioni sociali ed affettive. Questa serata è dedicata a comprendere il loro modo di pensare sé e il mondo, per capirli meglio e trovare modalità virtuose di rapportarsi a loro.
lunedì 14 aprile 2008
La scuola digitale su Il Sole24ore e La stampa - tutti i libri
Ecco due recensioni del libro in particolare quella della stampa pone alcume questione di grande interesse si veda al seguente link La scuola diventa digitale http://www.lastampa.it/_settimanali/ttL/default_pdf.asp?pdf=8
domenica 23 marzo 2008
Di prossima USCITA NEGLI USA
Digital Literacy: Tools and Methodologies for Information Society (Hardcover)
by Pier Cesare Rivoltella (Editor)
che contiene il saggio di Paolo Ferri e Susanna Mantovani Children and Computer: what they know what they do
by Pier Cesare Rivoltella (Editor)
che contiene il saggio di Paolo Ferri e Susanna Mantovani Children and Computer: what they know what they do
Homo sapiens 2.0
da un post per la Vita Digitale di Federico Cella
Dal 1996 in Italia si sta affermando una nuova versione 2.0 dell’Homo sapiens, si tratta dei nativi digitali, sono tutti i bambini che sono nati dopo la diffusione di Internet (dicembre 1995, gennaio 1996, primi browser commerciali). I nativi digitali sono diversi da noi figli di Gutenberg sono nati in una società multischermo e preferiscono allo schermo passivizzante della televisione gli schermi interattivi:cellulare, computer oppure quello della televisione ma connesso alla Playstation, lo schermo del cellulare è per loro un spazio per comunicare (SMS), ma è soprattutto quello del computer connesso a Internet lo schermo che amano di più. A scuola a casa e con gli amici il perimetro della identità comprende anche la loro identità online. Per noi nativi Gutenberg, il blog o la posta elettronica sono strumenti, per loro sono una parte integrante dello loro immagine del sé e delle loro relazioni sociali. Si “espongono” sui Blog o su You tube, vivono sullo schermo, per esprimersi, per apparire, per comunicare e per stabilire relazioni sociali ed affettive. Il modo in cui vedono e costruiscono il mondo è differente. E può essere sintetizzato nello specchietto che segue:
Digital Immigrants:
- Codice alfabetico
- Apprendimento lineare
- Stile comunicativo uno a molti
- Apprendimento per assorbimento
- Internalizzazione riflessione
- Autorità del testo
- Primo leggere
Digital native:
- Codice digitale
- Apprendimento multitasking
- Condividere e creare la conoscenza
- Apprendere ricercando, giocando, esplorando
- Esternalizzazione dell'apprendimento
- Comunicazione versus riflessione
- No autorità del testo, multicodicalità
- Connettersi, navigare ed esplorare
Non è un fenomeno marginale, oltre 60.000.000 di adolescenti e preadolescenti statunitensi hanno una sito, una loro identità online su Facebook o MySpace. Sono "simbioni" strutturali della tecnologie, sono indifferenti al copyright e condividono musica immagini suoni e sapere sulla Rete con i loro pari. I digital native ci pongono anche un problema a noi figli del libro e immigranti digitali, come stabilire un linguaggio comune, come entrare in contatto nella scuola ma anche nella vita con loro. Non è un piccolo problema, la cultura scritta sta cambiando forma e non traghettare in digitale la memoria analogica della cultura dell’homo sapiens 1.0 è la sfida e la responsabilità che portiamo noi Gutenberg native.
Dal 1996 in Italia si sta affermando una nuova versione 2.0 dell’Homo sapiens, si tratta dei nativi digitali, sono tutti i bambini che sono nati dopo la diffusione di Internet (dicembre 1995, gennaio 1996, primi browser commerciali). I nativi digitali sono diversi da noi figli di Gutenberg sono nati in una società multischermo e preferiscono allo schermo passivizzante della televisione gli schermi interattivi:cellulare, computer oppure quello della televisione ma connesso alla Playstation, lo schermo del cellulare è per loro un spazio per comunicare (SMS), ma è soprattutto quello del computer connesso a Internet lo schermo che amano di più. A scuola a casa e con gli amici il perimetro della identità comprende anche la loro identità online. Per noi nativi Gutenberg, il blog o la posta elettronica sono strumenti, per loro sono una parte integrante dello loro immagine del sé e delle loro relazioni sociali. Si “espongono” sui Blog o su You tube, vivono sullo schermo, per esprimersi, per apparire, per comunicare e per stabilire relazioni sociali ed affettive. Il modo in cui vedono e costruiscono il mondo è differente. E può essere sintetizzato nello specchietto che segue:
Digital Immigrants:
- Codice alfabetico
- Apprendimento lineare
- Stile comunicativo uno a molti
- Apprendimento per assorbimento
- Internalizzazione riflessione
- Autorità del testo
- Primo leggere
Digital native:
- Codice digitale
- Apprendimento multitasking
- Condividere e creare la conoscenza
- Apprendere ricercando, giocando, esplorando
- Esternalizzazione dell'apprendimento
- Comunicazione versus riflessione
- No autorità del testo, multicodicalità
- Connettersi, navigare ed esplorare
Non è un fenomeno marginale, oltre 60.000.000 di adolescenti e preadolescenti statunitensi hanno una sito, una loro identità online su Facebook o MySpace. Sono "simbioni" strutturali della tecnologie, sono indifferenti al copyright e condividono musica immagini suoni e sapere sulla Rete con i loro pari. I digital native ci pongono anche un problema a noi figli del libro e immigranti digitali, come stabilire un linguaggio comune, come entrare in contatto nella scuola ma anche nella vita con loro. Non è un piccolo problema, la cultura scritta sta cambiando forma e non traghettare in digitale la memoria analogica della cultura dell’homo sapiens 1.0 è la sfida e la responsabilità che portiamo noi Gutenberg native.
lunedì 25 febbraio 2008
mercoledì 20 febbraio 2008
Risposta a Paola e Martino
Cara Paola e Caro Martino
sono perfettamente daccordo con voi si tratta di utilizzare la tecnologia quando serve e per estendere lo spazion didattico, e di non considerarla una "bacchetta magica" che può risolvere tutti i problemi della scuola su questo tema e cioè sui gradi di blending nella formazione vedi anche la mia presentazione al link che segue
http://www.slideshare.net/paoloferri
Pubblicato da Paolo Ferri a 6.43 0 commenti
sono perfettamente daccordo con voi si tratta di utilizzare la tecnologia quando serve e per estendere lo spazion didattico, e di non considerarla una "bacchetta magica" che può risolvere tutti i problemi della scuola su questo tema e cioè sui gradi di blending nella formazione vedi anche la mia presentazione al link che segue
http://www.slideshare.net/paoloferri
Pubblicato da Paolo Ferri a 6.43 0 commenti
lunedì 11 febbraio 2008
venerdì 18 gennaio 2008
Video Intervento a Ferrara sulla Elearning
Intervento alla tavola rotondo Servizi di e-learning per il supporto alla didattica, Argenta. La Tavola Rotonda parte da una breve presentazione dei possibili usi delle tecnologie analizzandole sia come fondamento tecnologico delle metodologie per la formazione a distanza e on line sia come valore aggiunto nella formazione tradizionale d'aula.
intervento di Paolo Ferri
intervento di Paolo Ferri
lunedì 14 gennaio 2008
Video Presentazione del volume
La video presentazione del volume
per approfondimenti e materiali sull'e-learning e la formazione digitale
http://www.slideshare.net/paoloferri/slideshows
per approfondimenti e materiali sull'e-learning e la formazione digitale
http://www.slideshare.net/paoloferri/slideshows
martedì 8 gennaio 2008
La premessa del Volume
Paolo Maria Ferri
La scuola digitale
Come le tecnologie cambiano la scuola e la formazione
Bruno Mondadori
Indice
Premessa
1. You Too: il Web 2.0 e la necessità di una
nuova alfabetizzazione multicodicale
1.1 Caso Il Web 2.0 e i nuovi strumenti del comunicare
1.2. Che cos’è la nuova rivoluzione digitale: la società della conoscenza e della formazione
1.3. La società informazionale e il capitalismo culturale
1.4. La rivoluzione crossmediale e la formazione
1.5. Da Gutenberg al digitale: la formazione oltre il libro e oltre l’aula
1.6. Quale nuova alfabetizzazione per l’ambiente digitale esteso della formazione
2. Reinventare la scuola per i digital native. Il megacambiamento tecnologico
2.1. Caso Da Wikipedia a Wikiversity: un esempio di come la tecnologia cambia gli strumenti
e il modo della formazione
2.2. I “new millennium learner”: come studiarli
2.3. Gutenberg native e digital native
2.4. La differenza nelle modalità di rappresentare, conoscere e apprendere il mondo
3. Lo spazio fisico dell’apprendimento: Premessa
come la tecnologia può trasformare
gli spazi della scuola
3.1. Caso Snæfellsnes Comprehensive Upper Secondary School, 2004-2005
3.2. La leva tecnologica come strumento per abbattere i muri
3.3. Abbattere i muri: le trasformazioni degli spazi cognitivi architettonici e fisici della scuola
4. Abbattere il muro tra le generazioni: come devono cambiare le politiche scolastiche e la formazione degli insegnanti
4.1. Caso Il consorzio IUL per la formazione in servizio degli insegnanti
4.2. La multimedialità nella scuola italiana: genesi, storia e sviluppo di un’incomprensione
Tutti i diritti riservati
© 2008, Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A.
www.brunomondadori.com
Premessa
"La scuola digitale" si propone di analizzare, attraverso la presentazione di una serie di esperienze europee e internazionali, il megacambiamento che il rapporto tra scuola, formazione e Information and Communication Technology sta generando. Una “rivoluzione” che coinvolge tutti gli aspetti del sistema formazione e del sistema scuola, tanto da rischiare di rendere, percerti versi, obsoleto il modo di intendere e praticare l’insegnamento e l’apprendimento propri della scuola italiana. I recenti dati dell’indagine OCSE-PISA 2006- 2007 mettono in rilievo, per esempio, come l’infrastrutturazione tecnologica della scuola vada a incidere in maniera rilevante tanto sulle modalità di apprendimento quanto sulle modalità di insegnamento. La questione supera, e di molto, sia il problema della diffusione dei computer nelle classi sia quello dell’addestramento degli insegnanti e dei formatori al loro uso. La formazione e la scuola digitali, infatti, ridisegnano i propri spazi fisici oltre che pedagogici, epistemologici e relazionali. In tutta Europa, purtroppo non in Italia, cadono i muri, le classi vengono ridisegnate o abolite, nascono open space e laboratori per i lavori di piccolo gruppo, la didattica prosegue fuori dallo spazio della scuola all’interno delle classi virtuali, le enciclopedie analogiche vengono sostituite da Wikipedia. In una parola, lo spazio fisico dell’apprendere si rimodella sulle nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Anche lo spazio sociale della scuola.
La comunicazione digitale sta infatti tessendo attorno ai luoghi fisici della formazione una struttura di relazioni formative “fuori le mura”, che diventa lo strumento per la costruzione di una comunità di pratiche tra i soggetti coinvolti nel sistema (allievi, insegnanti, genitori, imprese, università), capaci di ideare e realizzare una nuova modalità d’interazione formativa e di comunicazione educativa. Lo spazio dell’apprendere e la tipologia di oggetti culturali che costituiscono il mix formativo vengono ridefiniti: non più lezioni frontali e libri, ma Internet, iPod, lavagne digitali e classi virtuali si affiancano e trasformano le modalità “gutenberghiane” dell’apprendimento. I giovani, infatti, ricevono dagli ambienti soprattutto extrascolastici importanti stimoli e sollecitazioni all’uso dei nuovi media (si pensi al cellulare o al PC che in larga misura usano a casa), che rappresentano un serbatoio di esperienze e conoscenze per la scuola stessa, e che modificano radicalmente il rapporto fra educazione formale e informale. Alla luce di questa premessa, emergono molte domande che chiedono alle politiche scolastiche e della formazione una risposta urgente: come colmare il divario che si è aperto in questo come in altri campi tra l’Italia e i paesi più avanzati d’Europa? Come trasformare la dimensione mediale di un ambiente educativo e formativo come la scuola? In che modo può funzionare concretamente una scuola senza classi in termini di orario, programmazione, attività, ruolo dei docenti, organizzazione? Come si organizzano gli studenti (rispetto alle età, alle promozioni o bocciature, alle capacità)? Come si organizzano le discipline? Come utilizzare i contenuti digitali nella didattica?
In sintesi il volume prova a offrire alcune risposte ricavate dall’analisi di casi internazionali e pone ai decisori politico-istituzionali, così come ai protagonisti del sistema scuola, il problema concreto e urgente della trasformazione organizzativa e didattica di tutta la scuola italiana. si trasforma, il suo carattere di “medium sociale” assume nella nuova prospettiva digitale un volto nuovo.
La scuola digitale
Come le tecnologie cambiano la scuola e la formazione
Bruno Mondadori
Indice
Premessa
1. You Too: il Web 2.0 e la necessità di una
nuova alfabetizzazione multicodicale
1.1 Caso Il Web 2.0 e i nuovi strumenti del comunicare
1.2. Che cos’è la nuova rivoluzione digitale: la società della conoscenza e della formazione
1.3. La società informazionale e il capitalismo culturale
1.4. La rivoluzione crossmediale e la formazione
1.5. Da Gutenberg al digitale: la formazione oltre il libro e oltre l’aula
1.6. Quale nuova alfabetizzazione per l’ambiente digitale esteso della formazione
2. Reinventare la scuola per i digital native. Il megacambiamento tecnologico
2.1. Caso Da Wikipedia a Wikiversity: un esempio di come la tecnologia cambia gli strumenti
e il modo della formazione
2.2. I “new millennium learner”: come studiarli
2.3. Gutenberg native e digital native
2.4. La differenza nelle modalità di rappresentare, conoscere e apprendere il mondo
3. Lo spazio fisico dell’apprendimento: Premessa
come la tecnologia può trasformare
gli spazi della scuola
3.1. Caso Snæfellsnes Comprehensive Upper Secondary School, 2004-2005
3.2. La leva tecnologica come strumento per abbattere i muri
3.3. Abbattere i muri: le trasformazioni degli spazi cognitivi architettonici e fisici della scuola
4. Abbattere il muro tra le generazioni: come devono cambiare le politiche scolastiche e la formazione degli insegnanti
4.1. Caso Il consorzio IUL per la formazione in servizio degli insegnanti
4.2. La multimedialità nella scuola italiana: genesi, storia e sviluppo di un’incomprensione
Tutti i diritti riservati
© 2008, Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A.
www.brunomondadori.com
Premessa
"La scuola digitale" si propone di analizzare, attraverso la presentazione di una serie di esperienze europee e internazionali, il megacambiamento che il rapporto tra scuola, formazione e Information and Communication Technology sta generando. Una “rivoluzione” che coinvolge tutti gli aspetti del sistema formazione e del sistema scuola, tanto da rischiare di rendere, percerti versi, obsoleto il modo di intendere e praticare l’insegnamento e l’apprendimento propri della scuola italiana. I recenti dati dell’indagine OCSE-PISA 2006- 2007 mettono in rilievo, per esempio, come l’infrastrutturazione tecnologica della scuola vada a incidere in maniera rilevante tanto sulle modalità di apprendimento quanto sulle modalità di insegnamento. La questione supera, e di molto, sia il problema della diffusione dei computer nelle classi sia quello dell’addestramento degli insegnanti e dei formatori al loro uso. La formazione e la scuola digitali, infatti, ridisegnano i propri spazi fisici oltre che pedagogici, epistemologici e relazionali. In tutta Europa, purtroppo non in Italia, cadono i muri, le classi vengono ridisegnate o abolite, nascono open space e laboratori per i lavori di piccolo gruppo, la didattica prosegue fuori dallo spazio della scuola all’interno delle classi virtuali, le enciclopedie analogiche vengono sostituite da Wikipedia. In una parola, lo spazio fisico dell’apprendere si rimodella sulle nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Anche lo spazio sociale della scuola.
La comunicazione digitale sta infatti tessendo attorno ai luoghi fisici della formazione una struttura di relazioni formative “fuori le mura”, che diventa lo strumento per la costruzione di una comunità di pratiche tra i soggetti coinvolti nel sistema (allievi, insegnanti, genitori, imprese, università), capaci di ideare e realizzare una nuova modalità d’interazione formativa e di comunicazione educativa. Lo spazio dell’apprendere e la tipologia di oggetti culturali che costituiscono il mix formativo vengono ridefiniti: non più lezioni frontali e libri, ma Internet, iPod, lavagne digitali e classi virtuali si affiancano e trasformano le modalità “gutenberghiane” dell’apprendimento. I giovani, infatti, ricevono dagli ambienti soprattutto extrascolastici importanti stimoli e sollecitazioni all’uso dei nuovi media (si pensi al cellulare o al PC che in larga misura usano a casa), che rappresentano un serbatoio di esperienze e conoscenze per la scuola stessa, e che modificano radicalmente il rapporto fra educazione formale e informale. Alla luce di questa premessa, emergono molte domande che chiedono alle politiche scolastiche e della formazione una risposta urgente: come colmare il divario che si è aperto in questo come in altri campi tra l’Italia e i paesi più avanzati d’Europa? Come trasformare la dimensione mediale di un ambiente educativo e formativo come la scuola? In che modo può funzionare concretamente una scuola senza classi in termini di orario, programmazione, attività, ruolo dei docenti, organizzazione? Come si organizzano gli studenti (rispetto alle età, alle promozioni o bocciature, alle capacità)? Come si organizzano le discipline? Come utilizzare i contenuti digitali nella didattica?
In sintesi il volume prova a offrire alcune risposte ricavate dall’analisi di casi internazionali e pone ai decisori politico-istituzionali, così come ai protagonisti del sistema scuola, il problema concreto e urgente della trasformazione organizzativa e didattica di tutta la scuola italiana. si trasforma, il suo carattere di “medium sociale” assume nella nuova prospettiva digitale un volto nuovo.
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