La scuola digitale di Paolo Ferri

Il Blog per discutere del Volume La Scuola Digitale Bruno Mondaodori Milano 2008 - paolo.ferri@unimib.it

martedì 23 dicembre 2014

Ministro Giannini di qualcosa di "centrosinistra" ... dica qualcosa ... . La scuola del 2015 non può essere come come quella del 2014
http://www.agendadigitale.eu/egov/1244_scuola-digitale-2015-banda-larga-formazione-e-l-attuazione-degli-obliati-decreti-carrozza.htm

martedì 8 ottobre 2013

Paolo Ferri
LA SCUOLA 2.0
Verso una didattica aumentata dalle tecnologie
Introduzione
spaggiari Edizioni, pp.303,   
I “nativi” attraverso il loro “stile di apprendimento digitale” suggeriscono oggi una nuova modalità didattica ai loro insegnanti. Richiedono di essere indipendenti e costruire (oltre che condividere) le forme e i risultati del loro apprendimento. Per colmare il gap tra i nuovi stili di apprendimento dei giovani e le strategie di insegnamento, ancora molto tradizionali e improntati al puro trasferimento di conoscenze, occorre una trasformazione radicale che implica la riprogettazione dell’intero sistema scuola. E’ necessario cioè ridisegnare e implementare un nuovo sistema scuola, una scuola “aumentata” dalle tecnologie. Il libro si prefigge così di ricostruire un quadro organico degli elementi tecnologici e metodologici che solo integrati e armonizzati in un sistema completo possono concorrere al miglioramento dell’asset strategico fondamentale di un sistema formativo che possa e voglia migliorare la qualità dei futuri cittadini di una società informazionale. Il volume si occupa di analizzare e delineare l’impatto della rivoluzione digitale sulla nostra contemporanea società con particolare riferimento ai cambiamenti nelle modalità del comunicare e all’analisi dei contesti dell’educazione formale, quindi  alla scuola e alla formazione continua (Long Life Learning), evidenziando come sia necessario superare il digital divide intergenerazionale tra “immigranti e nativi digitali”. Il problema è quello di comprendere come “gettare ponti” e stabilire, attraverso le nuove tecnologie della comunicazione digitale, una nuova alleanza tra gli stili di apprendimento degli insegnati immigranti e quello di apprendimento dei nativi digitali.
Il testo si sofferma ad analizzare gli ambienti virtuali per l’apprendimento, le diverse soluzioni software, i device hardware; i nuovi setting d’aula che riguardano la progettazione e l’organizzazione della didattica e le metodologie di apprendimento/insegnamento. Ampio spazio è dato anche a un tema oggi molto dibattuto e recentemente divenuto legge: come pensare e progettare i nuovi contenuti digitali per la scuola 2.0, implementando i contenuti digitali disciplinari dell’editore con i materiali realizzati nel corso del tempo dall’insegnante e link o contenuti reperibili liberamente sulla rete all’interno di basi dati freeware riconosciuti e validi (Kahn Academy, Ted, Wikipedia).

Cod. VO190 – Pag. 200 – Euro 39,00 i.i.

Paolo Maria Ferri
Insegna Teoria e tecniche dei nuovi media e Tecnologie didattiche presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, dove dirige il LISP (Laboratorio informatico di Sperimentazione Pedagogica) e l'Osservatorio Nuovi Media NuMediaBios. Tra le sue pubblicazioni: Fine dei Mass Media. Le nuove tecnologie della comunicazione e le trasformazioni dell’industria culturale (Guerini & Associati, Milano 2004); E-learning. Didattica, comunicazione e tecnologie digitali (Le Monnier, Firenze 2005); insieme a Susanna Mantovani ha curato il volume Bambini e computer. Alla scoperta delle nuove tecnologie a scuola e in famiglia (Etas, Milano 2006) e Digital Kids ( Rizzoli Etas, 2012). Per Bruno Mondadori ha pubblicato La scuola digitale. Come le nuove tecnologie cambiano la formazione (2008) e Nativi digitali (2011).

Sommario
Introduzione
Cap. I: Dalla Galassia Gutenberg al digitale: la rivoluzione digitale e la scuola
Cap. II: Come progettare un nuovo modello di infrastrutturazione digitale della scuola “aumentata digitalmente”
Cap. III: Come progettare e sperimentare un nuovo setting didattico digitalmente aumentato
Cap. IV: I contenti digitali per la nuova Scuola
Cap. V: La Big picture del cambiamento

Bibliografia

domenica 20 febbraio 2011

Il nuovo libro sui Nativi digitali esce il 24 febbraio in libreria ecco la quarta di copertina


Paolo Ferri

Nativi digitali

Collana Saggi Bruno Mondadori Pagine 224 Euro 18,00

Chi sono i nativi digitali, come pensano, come imparano? E in che modo sono diversi dagli immigranti digitali?

Paolo Ferri, uno degli autori di riferimento per quanto riguarda le nuove tecnologie e la loro influenza sulla didattica e la cultura, affronta un tema al centro del dibattito, presentandoci una vera e propria nuova generazione dellhomo sapiens, nata dopo la diffusione di Internet. Il libro analizza i modi in cui i nativi digitali usano le nuove tecnologie, dai social network ai mondi virtuali, dal cellulare a Messenger e Twitter, e approfondisce le loro inedite modalità di apprendimento, basate sullesperienza e sulla condivisione con i pari. Sulla base di ciò, propone una mappa delle metodologie didattiche e comunicative che questa nuova generazione richiede, a scuola, nel lavoro e nella vita di tutti giorni.

domenica 14 novembre 2010

Convegno Digital Learning


Siete tutti invitati a Cinisello il 18 e 19 novembre, presso
il nuovo Centro di Formazione per insegnanti della Bicocca (Quasi/Universiscuola) al Convegno
Internazionale Digital learning e ai i dieci Workshop "demo" del Nuovo Centro di Formazione degli Insegnato dell'Università. Si parla di One to One, di OLPC, Scuola ...2.0, LIM, Nativi
digitali, Dieta Mediale degli Studenti, con Bottani, Biondi (MIUR), Rivoltella, Calvani, Cerri, Pedrò (OCSE), Battro (OLPC), Cavallo (MIT), Manchester (Maine Uni) e tutto aperto e gratuito per registrarsi per i workshop e al convegno.


https://spreadsheets.google.com/viewform?hl=it&formkey=dFpCX0J5T0lZLS1IeDU5RF80S0w4TkE6MQ#gid=0


Digital Learning - Convegno Internazionale - 18/19 novembre 2010


Sala Consiliare del Comune di Cinisello Balsamo Via XXV Aprile, 4 - Cinisello BalsamoCentro QUA_SI/Universiscuola, Villa di Breme Forno via Martinelli, 23 (ingresso da via Diaz) - Cinisello Balsamo

sabato 2 ottobre 2010

H. Jenkins, Culture partecipative e competenze digitali, Guerini Studio 2010 a cura di P, Ferri e A. Marinelli


Sono lieto di annuciare l'uscita del volume


Culture partecipative e competenze digitali
Media education per il XXI secol
o
Introduzione e cura di Paolo Ferri e Alberto Marinelli

Ecco un sunto del contenuto, chi voglia discutere con noi del volume può farlo anche su Facebook al gruppo Culture Partecipative e competenze digitali



La maggior parte dei ragazzi che usa Internet fa esperienza attiva delle culture partecipative: scrive e condivide post sui blog, elabora prodotti mediali in modalità nuove e creative (fan video, fan fiction), prende parte a community online e social network (Facebook), lavora in gruppo per produrre nuova conoscenza (Wikipedia).
Un numero crescente di studiosi ritiene che queste attività possano favorire l’apprendimento tra pari, lo sviluppo di abilità utili per il lavoro e il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Ma è trpossibile che queste competenze possano essere acquisite dai ragazzi in totale autonomia, al di fuori di qualsiasi progetto educativo?
Jenkins sostiene la necessità di un indirizzo pedagogico e politico che metta in sinergia la didattica in aula, le attività extrascolastiche e il coinvolgimento delle famiglie affinché a tutti i giovani sia assicurata la possibilità di sviluppare le competenze culturali e le abilità sociali di cui hanno bisogno per affrontare al meglio le sfide del XXI secolo. Nel testo sono, inoltre, raccolti utili spunti ed esempi cui i docenti possono ispirarsi per progettare il lavoro in classe.

lunedì 26 aprile 2010

I contenuti educational della BBC e della RAI a confronto

La BBC Learning ha un infinita serie di LO educational sincronizzati con i programmi delle scuole e noi abbiamo la RAI di Minzolini

venerdì 2 aprile 2010

Inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche

Univeristà telematiche un'occasione mancata

Un inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche, con una mia intervista, l'unica pubblica la IUL www.iuline.it dove anch'io insegno ha 20 studenti e fatica a sopravvivere ... le altre private circa 12.000 .... dov'è il trucco? L'inchiesta lo spiega http://tv.repubblica.it/palinsesto/2010-04-02/8864





giovedì 25 marzo 2010

Seminario 14 aprile in Bicocca Il Web 2,0 e i Nuovi Media


Università degli Studi Milano Bicocca, P.zza Ateneo Nuovo 1, Mercoledì 14 aprile dalle ore 17.00 alle ore 19.30, U6 AULA 4

In occasione dell’uscita dei saggi:
- P. Ferri, F. Scenini, S. Mizzella, I nuovi media e il web 2.0. Comunicazione, formazione ed economia nella società digitale, Guerini Editore, Milano 2010;
- C. Formenti, P. Mele a cura di, I politici ci mettono la faccia. Facebook e le elezioni amministrative del 2009 in Puglia, Manni Editore;
- F. De Cindio e C. Peraboni, Tecnologie e regole della partecipazione per la piena realizzazione della cittadinanza digitale, in L. De Pietro a cura di,
L'evoluzione dei modelli e delle tecnologie per la partecipazione dei cittadini. L'esperienza del Consiglio regionale del Veneto, Marsilio, 2010

Seminario

I nuovi media e il Web 2.0
Nuove forme di condivisione e comunicazione
della conoscenza
Intervengono oltre agli autori dei volumi
P. Ferri, F. Scenini, S. Mizzella, C. Formenti, P. Mele

Fiorello Cortina, Internet Governance Forum
Andrea Rossetti, Università degli Studi Milano Bicocca
Fiorella De Cindio, Università degli Studi di Milano
Stefano Meriggi, Filosofo della tecnologia e giornalista
Elisabetta Costa, Antropologa dei Media

Per informazioni: paolo.ferri@unimib.it http://www.facebook.com/profile.php?v=feed&story_fbid=102076746498118&id=676190765#!/pages/I-nuovi-media-e-il-web-20-libro/284697244009?ref=ts ; paolo.ferri@unimib.it

sabato 20 marzo 2010

Netp 2010 Final Report - Il piano di Obama per trasformare l'educazione attraverso le tecnologie

Tutto come in Italia .... "Under the Obama administration, education has become an urgent priority driven by two clear goals set by the President:
• By 2020, we will raise the proportion of college graduates from where it now stands (39%) so that 60% of our population holds a two-year or four-year degree (National Center for Public Policy and Higher Education, 2008).
• We will close the achievement gap so that all students – regardless of race, income, or neighborhood – graduate from high school ready to succeed in college and career"

Giuseppe Vitiello - Le politiche dei commons

Check out this SlideShare Presentation:

domenica 31 gennaio 2010

E' uscito I nuovi media e il Web 2.0 . Un saggio e un manuale insieme

E' uscito il nostro nuovo saggio sul Web 2.0 (Ferri, Mizzella Scenini, I Nuovi media e il Web 2.0. Comunicazione formazione ed economia nella società digitale. Nel post di seguito, potete leggere la quarta di compertina. Se desiderate leggere o scaricare l'introduzione potete la trovate alla mia pagina di Scribd http://www.scribd.com/doc/26160470/Introduzione-Ferri-I-Nuovi-Media-e-Il-Web-2-0


"Tra il 1992 il 1993, quando Tim Berners Lee e il suo gruppo di lavoro al CERN di Ginevra “inventarono” Internet come lo conosciamo oggi, pochi avrebbero pensato che questo sistema digitale di trasmissione dei dati avrebbe radicalmente cambiato la nostra società, il nostro modo di produrre, comunicare e insegnare. Oggi questo nuovo mondo digitale è diventato una realtà quotidiana per tutti noi. Più di un miliardo e mezzo di persone praticano tutti i giorni la rivoluzione del social networking e del web 2.0.
Milioni di individui plasmano e re-inventano continuamente queste tecnologie attraverso Facebook,
You Tube ed i blog. Il fenomeno è insieme globale e locale. Globale perché
non esisterebbe la globalizzazione economica e sociale se i nuovi media non avessero steso intorno al mondo questo sistema nervoso telematico. Locale perché ogni «cittadino digitale» crea tutti i giorni la sua personale identità e socialità on-line. Il volume ha una duplice natura: è un saggio, perché fornisce una chiave interpretativa e di analisi sul tema dell’impatto del web 2.0 e del social networking sulle nostre pratiche comunicative, sociali e professionali; è un manuale poiché presenta le nozioni fondamentali delle Teorie e tecniche dei
nuovi media e delle Tecnologie didattiche.
«Sono gli uomini che usano la tecnologia e dall’uso e dall’interazione con le tecnologie gli uomini vengono trasformati», a partire da questa idea guida
abbiamo analizzato le interazioni tra la rivoluzione digitale 2.0 e le pratiche sociali che si manifestano nel mondo della comunicazione e dell’editoria, della formazione e dell’economia. Una «seconda rivoluzione digitale», quella dei social
network e del web 2.0, ancora tutta da scoprire."

Stefano Mizzella e Francesca Scenini sono membri dell’Osservatorio Nuovi
Media del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione «Riccardo Massa» e
dottorandi presso il Programma di Dottorato e Ricerca Avanzata Tecnologie per la
comunicazione e l'informazione applicate alla società della conoscenza e ai processi
educativi, Progetto Qua_si dell’Università Milano Bicocca.

martedì 5 gennaio 2010

Verso il libro digitale

Filed under: Hardware, Rumors, Internet Tools

Textbook publishers dream of the tablet

by Dave Caolo (RSS feed) on Jan 5th 2010 at 11:00AM



One of the things Apple should do to achieve runaway success with the tablet is incorporate textbooks. The folks at Coursesmart, a joint venture of five publishers that sells college textbooks as ebooks, have produced a video demonstrating how it could work.*

In the video, the user flips through available textbooks, makes a selection and begins reading. He also makes notes, views video of a lecture, adds an event to his calendar and searches the web for additional info, all while sipping a coffee. It's a neat idea, and just one of a slew of concepts that have recently surfaced.

But why textbooks? There are several reasons. First, college students are young and tech-savvy. They're also light on the finances often times, and ebooks are cheaper than their paper counterparts. Also, they could connect to iTunes U to find the books they need and lighten the load of heavy backpacks.

As for the publishers, this type of distribution would eliminate the school's resale of used books, which was a benefit for the students but did nothing for them. If the latest rumor is true, we only have a few more weeks to wait.

*Note that the video is entirely Coursesmart's imagining and not based on an actual product from Apple ... real or otherwise.

[Via MacDailyNews]

Tags:
coursesmart, ebooks, rumors, tablet, textbooks

domenica 29 novembre 2009

Nativi digitali su Current TV

La generazione nata negli anni ’90 è cresciuta in un ambiente pienamente digitale: internet, videogiochi, smartphone, social network sono per I nativi digitali pane quotidiano, parte integrante della loro vita.

Chi sono I figli della Rete, e quanto sono diversi dai loro padri?

Quali sono le implicazioni a livello sociologico, psicologico e cognitivo del crescere ed apprendere in un ambiente digitale?

Il video

Intervengono in questa puntata:

Dr. Gary Small (Neuroscienziato, UCLA)
Howard Rheingold (Insegnante e saggista, Stanford University)
Giovanni Boccia Artieri (Prof. Nuovi Media, Università di Urbino “Carlo Bo”)
Paolo Ferri (Prof. Tecnologie dell’Insegnamento, Università di Milano “Bicocca”)
Antonio Fini (Insegnante, collaboratore del Laboratorio di Tecnologie dell’Educazione, Università di Firenze)

mercoledì 18 novembre 2009

Un computer per ogni Bambino OLPC a Cinisello

La risorsa naturale più preziosa per ogni paese sono i propri bambini. Per uno sviluppo futuro più equo ed equilibrato dobbiamo far leva sulle innate capacità dei bambini di imparare, condividere e creare da soli. Oggi le nuove tecnologie possono rappresentare uno strumento importante per far crescere queste capacita


Il Comune di Cinisello Balsamo e l’Università degli Studi Milano Bicocca invitano i bambini delle scuole di Cinisello Balsamo, gli Educatori e le loro famiglie al seminario-laboratorio:

Un computer per ogni bambino

Domenica 29 Novembre 2009 alle ore 14,30

Villa di Breme Forno - via Martinelli, 23 ingresso da via Diaz - Cinisello Balsamo (Mi)


un pomeriggio dedicato:
 ai bambini con laboratorio, momenti ludici e merenda;
 agli Educatori e alle famiglie per un confronto con gli esperti in tecniche didattiche e comunicazione.


Programma
• Ore 14,30 saluti
Natascia Magnani, Assessora alle Politiche Educative del Comune di Cinisello Balsamo.

• Ore 14,45 introduzione: I nativi digitali e il computer.
Paolo Ferri, Professore Associato di Tecnologie didattiche Teoria e tecniche dei nuovi media Università degli Studi Milano Bicocca•

Ore 15.00 Laboratorio per i bambini con i computer del Progetto OLPC
a cura di Paolo Ferri e Andrea Mangiatori, Dottorando di ricerca - Università Milano Bicocca

• Ore 16.15 presentazione del Progetto OLPC ONE LAPTOP PER CHILD

Susanna Mantovani Pro Rettore università degli Studi Milano Bicocca
Antonio Battro MD, PhD Chief Education Officer Progetto OLPC

Il progetto OLPC ONE LAPTOP PER CHILD è un progetto che ha l’obiettivo di fornire a ogni bambino del mondo, specie a quelli nei paesi in via di sviluppo, l'accesso alla conoscenza e alle moderne forme educative attraverso l’utilizzo di un computer che è stato pensato e progettato per loro.

Testo invito

Il progetto OLPC ONE LAPTOP PER CHILD è un progetto che ha l’obiettivo di fornire a ogni bambino del mondo, specie a quelli nei paesi in via di sviluppo, l'accesso alla conoscenza e alle moderne forme educative attraverso l’utilizzo di un computer che è stato pensato e progettato per essere fruibile dai bambini e per essere disponibile a bassissimi costi di produzione e di acquisto.

Il progetto OLPC, è stato avviato da Nicholas Negroponte dell’MIT media lab di boston , uno dei più prestigiosi centri di ricerca del mondo sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione ed è diventato oggi una organizzazione senza scopo di lucro.

L’Università degli Studi Milano Bicocca e il Comune di Cinisello Balsamo hanno deciso di aderire a questo progetto e, sulla base di una convenzione stipulata dall’Università Milano Bicocca con OLPC, hanno deciso che Villa di Breme Forno divenga la sede dove sviluppare in Italia i progetto OLPC

OLPC
È un progetto educativo, non solo un semplice portatile.”
Nicholas Negroponte

martedì 20 ottobre 2009

Sei tutti invitati in Bicocca il 30 ottobre

Un premio nobel ai commons
Beni comuni, politiche della conoscenza e copyright nell’era di Internet
Ne discutono il 30 Ottobre, presso l’Università degli Studi Milano Bicocca, Facoltà di Scienze della Formazione, edificio U6 4 piano, Aula Riccardo Massa, ore 10.30
Fiorello Cortiana, Juan Carlos De Martin, Paolo Ferri, Andrea Rossetti
Per la prima volta nella storia della prestigiosa istituzione, il premio Nobel per l'Economia è stato assegnato a una donna, Elinor Ostrom. Ostrom insegna alla Indiana University di Bloomington, negli Usa; è una delle massime studiose delle conseguenze del rapporto tra gli uomini e l'ambiente. In particolare, ha concentrato il proprio lavoro sullo studio delle risorse comuni e della loro gestione, approfondendo l'analisi delle istituzioni che, nei secoli, sono state create a questo fine.
Elinor Ostrom è una studiosa molto nota negli Stati Uniti, ma poco tradotta in italiano. Uno dei due volumi disponibili nel nostro Paese è stato di recente pubblicato da Bruno Mondadori. Ha un titolo assai eloquente: La conoscenza come bene comune, e si concentra su un aspetto della riflessione sui beni comuni, assolutamente fondamentale nella società contemporanea: la necessità di considerare la conoscenza come "commons", come bene disponibile per tutti gli esseri umani, al pari dell'acqua o dell'aria. Con la differenza fondamentale che la fruizione della conoscenza da parte di un soggetto non ne limita l'utilizzo da parte di un altro.
Il dibattito sulla conoscenza come bene comune è molto acceso negli Stati Uniti, e dura ormai da alcuni anni. Dall'esito di tale dibattito, com'è intuibile, dipende non poco l'assetto della società di domani. I problemi dell'accesso all’informazione, del digital divide, del copyright sono tutti legati a questo tema e sono decisivi per l'evoluzione delle società informazionali. Non è dunque un caso che il Nobel per l'Economia sia stato assegnato proprio alla Ostrom, che in realtà è una scienziata della politica: oggi il dibattito sui commons è dirimente, su scala globale.
Discuteranno del tema a partire dalle riflessioni sviluppate da Elinor Ostrom venerdì 30 ottobre, alle ore 10.30, Fiorello Cortiana, Andrea Rossetti, docente di Filosofia del diritto all’Università Milano Bicocca, Juan Carlos De Martin docente al Politecnico di Torino e Direttore del Centro Nexa su Internet & Società, Paolo Ferri docente di Teoria e tecnica dei Nuovi media all’Università Bicocca e curatore dell’edizione italiana de "La conoscenza come bene comune"

lunedì 12 ottobre 2009

Il premio Nobel per l'economia a Elinor Ostrom



Elinor Ostrom ha vinto il premio Nobel per l'economia, un grande riconoscimento per chi studia e difende i beni comuni della conoscenza



Edizione italiana a cura di Paolo Ferri

LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE
Dalla teoria alla pratica

Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale.

Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters.

Edizione italiana a cura di Paolo Ferri

INDICE

Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana

Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri

I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom)
L’intento di questo libro
Breve storia degli studi sui beni comuni della conoscenza
Lo studio dei beni comuni tradizionali
La conoscenza come risorsa
La tragicommedia dei beni comuni
Due filoni
Chiarire la confusione che circonda i beni comuni della conoscenza
Ecosistema della conoscenza, azione collettiva e autogoverno: panoramica dei capitoli di questo libro
Dove ci conduce questo libro

2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier)
I beni comuni come linguaggio nuovo
Varietà di beni comuni dell’informazione
Il futuro dei beni comuni

3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess)
Studiare le istituzioni
Caratteristiche della risorsa
L’arena di azione
Modalità di interazione
Risultati
Criteri di valutazione
Esigenze di governo adattivo in un sistema complesso
Conclusione

II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich)
La “recinzione” dei beni comuni scientifici e accademici
Rivendicare i beni comuni della conoscenza
Contrastare la “recinzione” dei beni comuni della conoscenza
Il ruolo delle biblioteche di ricerca
Trasformare le biblioteche di ricerca in beni comuni della conoscenza del xxi secolo
Governare i beni comuni della conoscenza
Finanziare i beni comuni della conoscenza
Sostenere la causa dei beni comuni della conoscenza
Opportunità di ricerca
Conclusione

5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle)
«Potrai avere la mia Biblioteca del Congresso solo quando...»
Una rete globale open source per il controllo delle informazioni
Oltre l’archivio specialistico? Utenti come progettisti
Con abbastanza cervelli diventa tutto interessante?
Conclusione

6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters)
La natura mutevole della conservazione nei sistemi di comunicazione scientifica
La conservazione delle riviste elettroniche come problema dei beni comuni
Ruoli, responsabilità e modelli organizzativi per la conservazione
Caratteristiche delle iniziative basate su comunità per la conservazione dei beni comuni della conoscenza
Conclusione

III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber)
Che cos’è il libero accesso?
Contenuto esente da royalty e generatore di royalty
Letteratura di ricerca ad accesso libero come bene comune intellettuale
Tragedie dei beni comuni oa
Il primato degli autori per il conseguimento di un bene comune oa
Diverse prospettive sui beni comuni oa
Cenni sulle iniziative di Fase 2

8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh)
Gli argomenti pro e contro la proprietà intellettuale
Alcuni principi guida per la progettazione di un bene comune
La condivisione dei file e l’utilizzo sperimentale: due beni comuni molto esemplificativi e controversi
Conclusione

9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine)
Un esempio
I beni comuni associativi
Educazione civica dei giovani
L’università impegnata
Radici locali
Lavoro pubblico
Conclusione

10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik)
Panoramica dei beni comuni del Free/Libre and Open-Source Software (foss)
Regole in uso: “copyleft”, licenze foss e governo del progetto
Estendere il paradigma collaborativo foss per creare un bene comune della scienza
Conclusione

11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee)
Convenzioni comunicative nei beni comuni
Tendenze distribuite e aperte
Che cosa cambia: contenuto e pubblicazione
Che cosa cambia: le discipline
Che cosa cambia: le biblioteche
Conclusione

12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout)
Microeconomia ed esperimenti
Esperimenti di microeconomia per la didattica
I laboratori di economia sperimentale come strutture di informazione
EconPort: una biblioteca digitale per la didattica della microeconomia
EconPort come bene pubblico locale (fruibile globalmente)
EconPort come bene comune della conoscenza associativo
Sostenibilità: promuovere una comunità di utenti e la diffusione dei workshop
Conclusione



LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE
Dalla teoria alla pratica

a cura di Paolo Ferri

Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale.

Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters.

Edizione italiana a cura di Paolo Ferri

INDICE

Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana

Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri

I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom)
L’intento di questo libro
Breve storia degli studi sui beni comuni della conoscenza
Lo studio dei beni comuni tradizionali
La conoscenza come risorsa
La tragicommedia dei beni comuni
Due filoni
Chiarire la confusione che circonda i beni comuni della conoscenza
Ecosistema della conoscenza, azione collettiva e autogoverno: panoramica dei capitoli di questo libro
Dove ci conduce questo libro

2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier)
I beni comuni come linguaggio nuovo
Varietà di beni comuni dell’informazione
Il futuro dei beni comuni

3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess)
Studiare le istituzioni
Caratteristiche della risorsa
L’arena di azione
Modalità di interazione
Risultati
Criteri di valutazione
Esigenze di governo adattivo in un sistema complesso
Conclusione

II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich)
La “recinzione” dei beni comuni scientifici e accademici
Rivendicare i beni comuni della conoscenza
Contrastare la “recinzione” dei beni comuni della conoscenza
Il ruolo delle biblioteche di ricerca
Trasformare le biblioteche di ricerca in beni comuni della conoscenza del xxi secolo
Governare i beni comuni della conoscenza
Finanziare i beni comuni della conoscenza
Sostenere la causa dei beni comuni della conoscenza
Opportunità di ricerca
Conclusione

5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle)
«Potrai avere la mia Biblioteca del Congresso solo quando...»
Una rete globale open source per il controllo delle informazioni
Oltre l’archivio specialistico? Utenti come progettisti
Con abbastanza cervelli diventa tutto interessante?
Conclusione

6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters)
La natura mutevole della conservazione nei sistemi di comunicazione scientifica
La conservazione delle riviste elettroniche come problema dei beni comuni
Ruoli, responsabilità e modelli organizzativi per la conservazione
Caratteristiche delle iniziative basate su comunità per la conservazione dei beni comuni della conoscenza
Conclusione

III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber)
Che cos’è il libero accesso?
Contenuto esente da royalty e generatore di royalty
Letteratura di ricerca ad accesso libero come bene comune intellettuale
Tragedie dei beni comuni oa
Il primato degli autori per il conseguimento di un bene comune oa
Diverse prospettive sui beni comuni oa
Cenni sulle iniziative di Fase 2

8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh)
Gli argomenti pro e contro la proprietà intellettuale
Alcuni principi guida per la progettazione di un bene comune
La condivisione dei file e l’utilizzo sperimentale: due beni comuni molto esemplificativi e controversi
Conclusione

9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine)
Un esempio
I beni comuni associativi
Educazione civica dei giovani
L’università impegnata
Radici locali
Lavoro pubblico
Conclusione

10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik)
Panoramica dei beni comuni del Free/Libre and Open-Source Software (foss)
Regole in uso: “copyleft”, licenze foss e governo del progetto
Estendere il paradigma collaborativo foss per creare un bene comune della scienza
Conclusione

11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee)
Convenzioni comunicative nei beni comuni
Tendenze distribuite e aperte
Che cosa cambia: contenuto e pubblicazione
Che cosa cambia: le discipline
Che cosa cambia: le biblioteche
Conclusione

12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout)
Microeconomia ed esperimenti
Esperimenti di microeconomia per la didattica
I laboratori di economia sperimentale come strutture di informazione
EconPort: una biblioteca digitale per la didattica della microeconomia
EconPort come bene pubblico locale (fruibile globalmente)
EconPort come bene comune della conoscenza associativo
Sostenibilità: promuovere una comunità di utenti e la diffusione dei workshop
Conclusione

Lezione sul web 2.0

domenica 27 settembre 2009

Piacenza 26 Settembre

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domenica 5 luglio 2009

Progetto Bambino Autore

Il progetto bambino autore stato sviluppato negli scorsi 8 anni dagli insegnati della scuole del sud Milano che vi partecipano sotto la Guida del Maestro Stefano Merlo

giovedì 25 giugno 2009

La Conoscenza Come Bene Comune

La conoscenza è un bene comune non lasciare che venga recintata