Il Blog per discutere del Volume La Scuola Digitale Bruno Mondaodori Milano 2008 - paolo.ferri@unimib.it
martedì 20 ottobre 2009
Sei tutti invitati in Bicocca il 30 ottobre
Beni comuni, politiche della conoscenza e copyright nell’era di Internet
Ne discutono il 30 Ottobre, presso l’Università degli Studi Milano Bicocca, Facoltà di Scienze della Formazione, edificio U6 4 piano, Aula Riccardo Massa, ore 10.30
Fiorello Cortiana, Juan Carlos De Martin, Paolo Ferri, Andrea Rossetti
Per la prima volta nella storia della prestigiosa istituzione, il premio Nobel per l'Economia è stato assegnato a una donna, Elinor Ostrom. Ostrom insegna alla Indiana University di Bloomington, negli Usa; è una delle massime studiose delle conseguenze del rapporto tra gli uomini e l'ambiente. In particolare, ha concentrato il proprio lavoro sullo studio delle risorse comuni e della loro gestione, approfondendo l'analisi delle istituzioni che, nei secoli, sono state create a questo fine.
Elinor Ostrom è una studiosa molto nota negli Stati Uniti, ma poco tradotta in italiano. Uno dei due volumi disponibili nel nostro Paese è stato di recente pubblicato da Bruno Mondadori. Ha un titolo assai eloquente: La conoscenza come bene comune, e si concentra su un aspetto della riflessione sui beni comuni, assolutamente fondamentale nella società contemporanea: la necessità di considerare la conoscenza come "commons", come bene disponibile per tutti gli esseri umani, al pari dell'acqua o dell'aria. Con la differenza fondamentale che la fruizione della conoscenza da parte di un soggetto non ne limita l'utilizzo da parte di un altro.
Il dibattito sulla conoscenza come bene comune è molto acceso negli Stati Uniti, e dura ormai da alcuni anni. Dall'esito di tale dibattito, com'è intuibile, dipende non poco l'assetto della società di domani. I problemi dell'accesso all’informazione, del digital divide, del copyright sono tutti legati a questo tema e sono decisivi per l'evoluzione delle società informazionali. Non è dunque un caso che il Nobel per l'Economia sia stato assegnato proprio alla Ostrom, che in realtà è una scienziata della politica: oggi il dibattito sui commons è dirimente, su scala globale.
Discuteranno del tema a partire dalle riflessioni sviluppate da Elinor Ostrom venerdì 30 ottobre, alle ore 10.30, Fiorello Cortiana, Andrea Rossetti, docente di Filosofia del diritto all’Università Milano Bicocca, Juan Carlos De Martin docente al Politecnico di Torino e Direttore del Centro Nexa su Internet & Società, Paolo Ferri docente di Teoria e tecnica dei Nuovi media all’Università Bicocca e curatore dell’edizione italiana de "La conoscenza come bene comune"
lunedì 12 ottobre 2009
Il premio Nobel per l'economia a Elinor Ostrom
Elinor Ostrom ha vinto il premio Nobel per l'economia, un grande riconoscimento per chi studia e difende i beni comuni della conoscenza
Edizione italiana a cura di Paolo Ferri
LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE | |
Dalla teoria alla pratica | |
Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale. Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters. Edizione italiana a cura di Paolo Ferri | |
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Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom) 2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier) 3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess) II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich) 5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle) 6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters) III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber) 8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh) 9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine) 10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik) 11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee) 12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout) | |
LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE | |
Dalla teoria alla pratica | |
a cura di Paolo Ferri | |
Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale. Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters. Edizione italiana a cura di Paolo Ferri | |
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Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom) 2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier) 3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess) II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich) 5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle) 6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters) III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber) 8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh) 9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine) 10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik) 11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee) 12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout) | |