La scuola digitale di Paolo Ferri
Il Blog per discutere del Volume La Scuola Digitale Bruno Mondaodori Milano 2008 - paolo.ferri@unimib.it
martedì 23 dicembre 2014
martedì 8 ottobre 2013
domenica 20 febbraio 2011
Il nuovo libro sui Nativi digitali esce il 24 febbraio in libreria ecco la quarta di copertina
Paolo Ferri
Nativi digitali
Collana Saggi Bruno Mondadori │ Pagine 224 │ Euro 18,00
Chi sono i “nativi” digitali, come pensano, come imparano? E in che modo sono diversi dagli “immigranti digitali”?
Paolo Ferri, uno degli autori di riferimento per quanto riguarda le nuove tecnologie e la loro influenza sulla didattica e la cultura, affronta un tema al centro del dibattito, presentandoci una vera e propria nuova generazione dell’homo sapiens, nata dopo la diffusione di Internet. Il libro analizza i modi in cui i nativi digitali usano le nuove tecnologie, dai social network ai mondi virtuali, dal cellulare a Messenger e Twitter, e approfondisce le loro inedite modalità di apprendimento, basate sull’esperienza e sulla condivisione con i pari. Sulla base di ciò, propone una mappa delle metodologie didattiche e comunicative che questa nuova generazione richiede, a scuola, nel lavoro e nella vita di tutti giorni.
domenica 14 novembre 2010
Convegno Digital Learning
il nuovo Centro di Formazione per insegnanti della Bicocca (Quasi/Universiscuola) al Convegno
Internazionale Digital learning e ai i dieci Workshop "demo" del Nuovo Centro di Formazione degli Insegnato dell'Università. Si parla di One to One, di OLPC, Scuola ...2.0, LIM, Nativi
digitali, Dieta Mediale degli Studenti, con Bottani, Biondi (MIUR), Rivoltella, Calvani, Cerri, Pedrò (OCSE), Battro (OLPC), Cavallo (MIT), Manchester (Maine Uni) e tutto aperto e gratuito per registrarsi per i workshop e al convegno.
https://spreadsheets.google.com/viewform?hl=it&formkey=dFpCX0J5T0lZLS1IeDU5RF80S0w4TkE6MQ#gid=0
Digital Learning - Convegno Internazionale - 18/19 novembre 2010
sabato 2 ottobre 2010
H. Jenkins, Culture partecipative e competenze digitali, Guerini Studio 2010 a cura di P, Ferri e A. Marinelli
Sono lieto di annuciare l'uscita del volume
Culture partecipative e competenze digitali
Media education per il XXI secolo
Introduzione e cura di Paolo Ferri e Alberto Marinelli
Ecco un sunto del contenuto, chi voglia discutere con noi del volume può farlo anche su Facebook al gruppo Culture Partecipative e competenze digitali
La maggior parte dei ragazzi che usa Internet fa esperienza attiva delle culture partecipative: scrive e condivide post sui blog, elabora prodotti mediali in modalità nuove e creative (fan video, fan fiction), prende parte a community online e social network (Facebook), lavora in gruppo per produrre nuova conoscenza (Wikipedia).
Un numero crescente di studiosi ritiene che queste attività possano favorire l’apprendimento tra pari, lo sviluppo di abilità utili per il lavoro e il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Ma è trpossibile che queste competenze possano essere acquisite dai ragazzi in totale autonomia, al di fuori di qualsiasi progetto educativo?
Jenkins sostiene la necessità di un indirizzo pedagogico e politico che metta in sinergia la didattica in aula, le attività extrascolastiche e il coinvolgimento delle famiglie affinché a tutti i giovani sia assicurata la possibilità di sviluppare le competenze culturali e le abilità sociali di cui hanno bisogno per affrontare al meglio le sfide del XXI secolo. Nel testo sono, inoltre, raccolti utili spunti ed esempi cui i docenti possono ispirarsi per progettare il lavoro in classe.
lunedì 26 aprile 2010
I contenuti educational della BBC e della RAI a confronto
La BBC Learning ha un infinita serie di LO educational sincronizzati con i programmi delle scuole e noi abbiamo la RAI di Minzolini
venerdì 2 aprile 2010
Inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche
Un inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche, con una mia intervista, l'unica pubblica la IUL www.iuline.it dove anch'io insegno ha 20 studenti e fatica a sopravvivere ... le altre private circa 12.000 .... dov'è il trucco? L'inchiesta lo spiega http://tv.repubblica.it/palinsesto/2010-04-02/8864
giovedì 25 marzo 2010
Seminario 14 aprile in Bicocca Il Web 2,0 e i Nuovi Media
Università degli Studi Milano Bicocca, P.zza Ateneo Nuovo 1, Mercoledì 14 aprile dalle ore 17.00 alle ore 19.30, U6 AULA 4
In occasione dell’uscita dei saggi:
- P. Ferri, F. Scenini, S. Mizzella, I nuovi media e il web 2.0. Comunicazione, formazione ed economia nella società digitale, Guerini Editore, Milano 2010;
- C. Formenti, P. Mele a cura di, I politici ci mettono la faccia. Facebook e le elezioni amministrative del 2009 in Puglia, Manni Editore;
- F. De Cindio e C. Peraboni, Tecnologie e regole della partecipazione per la piena realizzazione della cittadinanza digitale, in L. De Pietro a cura di,
L'evoluzione dei modelli e delle tecnologie per la partecipazione dei cittadini. L'esperienza del Consiglio regionale del Veneto, Marsilio, 2010
Seminario
I nuovi media e il Web 2.0
Nuove forme di condivisione e comunicazione
della conoscenza
Intervengono oltre agli autori dei volumi
P. Ferri, F. Scenini, S. Mizzella, C. Formenti, P. Mele
Fiorello Cortina, Internet Governance Forum
Andrea Rossetti, Università degli Studi Milano Bicocca
Fiorella De Cindio, Università degli Studi di Milano
Stefano Meriggi, Filosofo della tecnologia e giornalista
Elisabetta Costa, Antropologa dei Media
Per informazioni: paolo.ferri@unimib.it http://www.facebook.com/profile.php?v=feed&story_fbid=102076746498118&id=676190765#!/pages/I-nuovi-media-e-il-web-20-libro/284697244009?ref=ts ; paolo.ferri@unimib.it
sabato 20 marzo 2010
Netp 2010 Final Report - Il piano di Obama per trasformare l'educazione attraverso le tecnologie
• By 2020, we will raise the proportion of college graduates from where it now stands (39%) so that 60% of our population holds a two-year or four-year degree (National Center for Public Policy and Higher Education, 2008).
• We will close the achievement gap so that all students – regardless of race, income, or neighborhood – graduate from high school ready to succeed in college and career"
domenica 31 gennaio 2010
E' uscito I nuovi media e il Web 2.0 . Un saggio e un manuale insieme
"Tra il 1992 il 1993, quando Tim Berners Lee e il suo gruppo di lavoro al CERN di Ginevra “inventarono” Internet come lo conosciamo oggi, pochi avrebbero pensato che questo sistema digitale di trasmissione dei dati avrebbe radicalmente cambiato la nostra società, il nostro modo di produrre, comunicare e insegnare. Oggi questo nuovo mondo digitale è diventato una realtà quotidiana per tutti noi. Più di un miliardo e mezzo di persone praticano tutti i giorni la rivoluzione del social networking e del web 2.0.
Milioni di individui plasmano e re-inventano continuamente queste tecnologie attraverso Facebook,
You Tube ed i blog. Il fenomeno è insieme globale e locale. Globale perché
non esisterebbe la globalizzazione economica e sociale se i nuovi media non avessero steso intorno al mondo questo sistema nervoso telematico. Locale perché ogni «cittadino digitale» crea tutti i giorni la sua personale identità e socialità on-line. Il volume ha una duplice natura: è un saggio, perché fornisce una chiave interpretativa e di analisi sul tema dell’impatto del web 2.0 e del social networking sulle nostre pratiche comunicative, sociali e professionali; è un manuale poiché presenta le nozioni fondamentali delle Teorie e tecniche dei
nuovi media e delle Tecnologie didattiche.
«Sono gli uomini che usano la tecnologia e dall’uso e dall’interazione con le tecnologie gli uomini vengono trasformati», a partire da questa idea guida
abbiamo analizzato le interazioni tra la rivoluzione digitale 2.0 e le pratiche sociali che si manifestano nel mondo della comunicazione e dell’editoria, della formazione e dell’economia. Una «seconda rivoluzione digitale», quella dei social
network e del web 2.0, ancora tutta da scoprire."
Stefano Mizzella e Francesca Scenini sono membri dell’Osservatorio Nuovi
Media del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione «Riccardo Massa» e
dottorandi presso il Programma di Dottorato e Ricerca Avanzata Tecnologie per la
comunicazione e l'informazione applicate alla società della conoscenza e ai processi
educativi, Progetto Qua_si dell’Università Milano Bicocca.
martedì 5 gennaio 2010
Verso il libro digitale
Filed under: Hardware, Rumors, Internet Tools
Textbook publishers dream of the tablet
by Dave Caolo (RSS feed) on Jan 5th 2010 at 11:00AM
One of the things Apple should do to achieve runaway success with the tablet is incorporate textbooks. The folks at Coursesmart, a joint venture of five publishers that sells college textbooks as ebooks, have produced a video demonstrating how it could work.*
In the video, the user flips through available textbooks, makes a selection and begins reading. He also makes notes, views video of a lecture, adds an event to his calendar and searches the web for additional info, all while sipping a coffee. It's a neat idea, and just one of a slew of concepts that have recently surfaced.
But why textbooks? There are several reasons. First, college students are young and tech-savvy. They're also light on the finances often times, and ebooks are cheaper than their paper counterparts. Also, they could connect to iTunes U to find the books they need and lighten the load of heavy backpacks.
As for the publishers, this type of distribution would eliminate the school's resale of used books, which was a benefit for the students but did nothing for them. If the latest rumor is true, we only have a few more weeks to wait.
*Note that the video is entirely Coursesmart's imagining and not based on an actual product from Apple ... real or otherwise.
[Via MacDailyNews]
Tags:
coursesmart, ebooks, rumors, tablet, textbooks
domenica 29 novembre 2009
Nativi digitali su Current TV
Chi sono I figli della Rete, e quanto sono diversi dai loro padri?
Quali sono le implicazioni a livello sociologico, psicologico e cognitivo del crescere ed apprendere in un ambiente digitale?
Il video
Intervengono in questa puntata:
Dr. Gary Small (Neuroscienziato, UCLA)
Howard Rheingold (Insegnante e saggista, Stanford University)
Giovanni Boccia Artieri (Prof. Nuovi Media, Università di Urbino “Carlo Bo”)
Paolo Ferri (Prof. Tecnologie dell’Insegnamento, Università di Milano “Bicocca”)
Antonio Fini (Insegnante, collaboratore del Laboratorio di Tecnologie dell’Educazione, Università di Firenze)
mercoledì 18 novembre 2009
Un computer per ogni Bambino OLPC a Cinisello
Il Comune di Cinisello Balsamo e l’Università degli Studi Milano Bicocca invitano i bambini delle scuole di Cinisello Balsamo, gli Educatori e le loro famiglie al seminario-laboratorio:
Un computer per ogni bambino
Domenica 29 Novembre 2009 alle ore 14,30
Villa di Breme Forno - via Martinelli, 23 ingresso da via Diaz - Cinisello Balsamo (Mi)
…
un pomeriggio dedicato:
ai bambini con laboratorio, momenti ludici e merenda;
agli Educatori e alle famiglie per un confronto con gli esperti in tecniche didattiche e comunicazione.
Programma
• Ore 14,30 saluti
Natascia Magnani, Assessora alle Politiche Educative del Comune di Cinisello Balsamo.
• Ore 14,45 introduzione: I nativi digitali e il computer.
Paolo Ferri, Professore Associato di Tecnologie didattiche Teoria e tecniche dei nuovi media Università degli Studi Milano Bicocca•
Ore 15.00 Laboratorio per i bambini con i computer del Progetto OLPC
a cura di Paolo Ferri e Andrea Mangiatori, Dottorando di ricerca - Università Milano Bicocca
• Ore 16.15 presentazione del Progetto OLPC ONE LAPTOP PER CHILD
Susanna Mantovani Pro Rettore università degli Studi Milano Bicocca
Antonio Battro MD, PhD Chief Education Officer Progetto OLPC
Il progetto OLPC ONE LAPTOP PER CHILD è un progetto che ha l’obiettivo di fornire a ogni bambino del mondo, specie a quelli nei paesi in via di sviluppo, l'accesso alla conoscenza e alle moderne forme educative attraverso l’utilizzo di un computer che è stato pensato e progettato per loro.
Testo invito
Il progetto OLPC ONE LAPTOP PER CHILD è un progetto che ha l’obiettivo di fornire a ogni bambino del mondo, specie a quelli nei paesi in via di sviluppo, l'accesso alla conoscenza e alle moderne forme educative attraverso l’utilizzo di un computer che è stato pensato e progettato per essere fruibile dai bambini e per essere disponibile a bassissimi costi di produzione e di acquisto.
Il progetto OLPC, è stato avviato da Nicholas Negroponte dell’MIT media lab di boston , uno dei più prestigiosi centri di ricerca del mondo sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione ed è diventato oggi una organizzazione senza scopo di lucro.
L’Università degli Studi Milano Bicocca e il Comune di Cinisello Balsamo hanno deciso di aderire a questo progetto e, sulla base di una convenzione stipulata dall’Università Milano Bicocca con OLPC, hanno deciso che Villa di Breme Forno divenga la sede dove sviluppare in Italia i progetto OLPC
OLPC
È un progetto educativo, non solo un semplice portatile.”
Nicholas Negroponte
martedì 20 ottobre 2009
Sei tutti invitati in Bicocca il 30 ottobre
Beni comuni, politiche della conoscenza e copyright nell’era di Internet
Ne discutono il 30 Ottobre, presso l’Università degli Studi Milano Bicocca, Facoltà di Scienze della Formazione, edificio U6 4 piano, Aula Riccardo Massa, ore 10.30
Fiorello Cortiana, Juan Carlos De Martin, Paolo Ferri, Andrea Rossetti
Per la prima volta nella storia della prestigiosa istituzione, il premio Nobel per l'Economia è stato assegnato a una donna, Elinor Ostrom. Ostrom insegna alla Indiana University di Bloomington, negli Usa; è una delle massime studiose delle conseguenze del rapporto tra gli uomini e l'ambiente. In particolare, ha concentrato il proprio lavoro sullo studio delle risorse comuni e della loro gestione, approfondendo l'analisi delle istituzioni che, nei secoli, sono state create a questo fine.
Elinor Ostrom è una studiosa molto nota negli Stati Uniti, ma poco tradotta in italiano. Uno dei due volumi disponibili nel nostro Paese è stato di recente pubblicato da Bruno Mondadori. Ha un titolo assai eloquente: La conoscenza come bene comune, e si concentra su un aspetto della riflessione sui beni comuni, assolutamente fondamentale nella società contemporanea: la necessità di considerare la conoscenza come "commons", come bene disponibile per tutti gli esseri umani, al pari dell'acqua o dell'aria. Con la differenza fondamentale che la fruizione della conoscenza da parte di un soggetto non ne limita l'utilizzo da parte di un altro.
Il dibattito sulla conoscenza come bene comune è molto acceso negli Stati Uniti, e dura ormai da alcuni anni. Dall'esito di tale dibattito, com'è intuibile, dipende non poco l'assetto della società di domani. I problemi dell'accesso all’informazione, del digital divide, del copyright sono tutti legati a questo tema e sono decisivi per l'evoluzione delle società informazionali. Non è dunque un caso che il Nobel per l'Economia sia stato assegnato proprio alla Ostrom, che in realtà è una scienziata della politica: oggi il dibattito sui commons è dirimente, su scala globale.
Discuteranno del tema a partire dalle riflessioni sviluppate da Elinor Ostrom venerdì 30 ottobre, alle ore 10.30, Fiorello Cortiana, Andrea Rossetti, docente di Filosofia del diritto all’Università Milano Bicocca, Juan Carlos De Martin docente al Politecnico di Torino e Direttore del Centro Nexa su Internet & Società, Paolo Ferri docente di Teoria e tecnica dei Nuovi media all’Università Bicocca e curatore dell’edizione italiana de "La conoscenza come bene comune"
lunedì 12 ottobre 2009
Il premio Nobel per l'economia a Elinor Ostrom
Elinor Ostrom ha vinto il premio Nobel per l'economia, un grande riconoscimento per chi studia e difende i beni comuni della conoscenza
Edizione italiana a cura di Paolo Ferri
LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE | |
Dalla teoria alla pratica | |
Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale. Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters. Edizione italiana a cura di Paolo Ferri | |
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Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom) 2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier) 3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess) II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich) 5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle) 6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters) III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber) 8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh) 9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine) 10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik) 11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee) 12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout) | |
LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE | |
Dalla teoria alla pratica | |
a cura di Paolo Ferri | |
Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale. Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters. Edizione italiana a cura di Paolo Ferri | |
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Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom) 2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier) 3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess) II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich) 5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle) 6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters) III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA 7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber) 8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh) 9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine) 10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik) 11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee) 12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout) | |